L’Osservatorio sulla Cristanofobia in Francia ha pubblicato la notizia dell’ulteriore attacco al bookstore cristiano Siloë di Perpignan. E’ il quinto atto di vandalismo a sfondo religioso che colpiste la libreria cristiana.
Per l’Osservatorio si tratta solo di una piccola parte visibile dell’iceberg della cristianofobia che avvolge la Francia.
Situato all’angolo tra Rue Bastion-Saint-François e Place Arbanère, il bookshop di Perugignan, specializzato in religioni e spiritualità, ha subito la distruzione del vetro blindato dell’entrata e dei gingilli sono stati gettati a terra, mentre gli assalitori non hanno sottratto alcunchè.
Secondo uno degli ultimi dati noti, gli atti di cristianofobia commessi contro chiese, luoghi di culto, scuole, negozi, siti Internet cristiani in Francia sono aumentati del 38% nel 2016 rispetto all’anno precedente.
Sono nel 2016 ci sono stati 376 attacchi contro le chiese , luoghi di culto e siti internet cristiani, con l’incidenza speciale nel mese di dicembre, il mese in cui hanno attaccato 27 luoghi di culto. Nel 2015 erano stati registrati 273 atti contro obiettivi cristiani.
Nel 2017 il bilancio anticristiano era già stato a quattro cifre, con 1.038 casi.
Nel solo 2018 in diverse zone della Francia ci sono stati oltre mille atti anticristiani tra furti di ostie e assalti ai cimiteri e spesso, dietro le violenze, ci sono stati raid di matrice jihadista ma anche sfide tra giovani e satanismo.
Scrive Avvenire: “Nel tardo pomeriggio del 31 gennaio, nella cittadina di Vendôme, non lontano da Orléans, è stato trafugato il tabernacolo nella Chiesa della Maddalena. Il 3 febbraio, sono stati invece violati i tabernacoli nelle chiese di due borghi di provincia: Lusignan, nella periferia di Poitiers, e Talmont-Saint-Hilaire, sul litorale atlantico della Vandea. Il 5, nel capoluogo meridionale di Nîmes, i fedeli entrati nella piccola chiesa di Notre-Dame-des-Enfants hanno scoperto con orrore le devastazioni sacrileghe perpetrate nell’edificio: tabernacolo scardinato, ostie consacrate frantumate e disseminate dappertutto, statue e mura cosparse di escrementi. Il 9, un gioiello dell’architettura sacra gotica, Notre-Dame di Digione, ha subìto un attacco analogo, con le ostie rovesciate a terra. Un blitz scattato all’alba, fra l’apertura della chiesa e l’arrivo dei fedeli per la prima messa. Negli stessi giorni, altri 5 luoghi di culto sono stati saccheggiati in tutto il Paese, in modo anche grave sul piano materiale, ma senza violazione del tabernacolo”.
Monsignor Olivier Ribadeau Dumas, portavoce della Conferenza episcopale, ha espresso indignazione su Twitter: «Chiese incendiate, saccheggiate, profanate. Non potremo mai abituarci a questi luoghi di pace in preda a violenze, al corpo di Cristo calpestato, proprio ciò che abbiamo di più bello e prezioso».
In media, lo scorso anno sono stati registrati circa 3 casi anticristiani al giorno, il 98% dei quali contro beni materiali: chiese vandalizzate, cimiteri profanati, danni a croci ed edicole votive all’aperto.
“La profanazione di queste chiese è inammissibile; disonorevole il silenzio del governo. Gli autori di questi fatti anticristiani devono essere sanzionati con la più grande severità”, ha twittato il capo dell’opposizione neogollista, Laurent Wauquiez, che presiede pure la seconda regione più popolata di Francia, l’Alvernia-Rodano-Alpi.
La reazione blanda del premier Edouard Philippe è stata: “nella nostra Repubblica laica, si deve rispetto ai luoghi di culto. Lo dirò ai vescovi di Francia in occasione della riunione dell’istanza di dialogo con la Chiesa cattolica”.
“Un caso particolare riguarda Lavaur, cittadina occitana non lontana da Tolosa, dove due liceali diciassettenni, descritti da fonti locali come ‘di buona famiglia’, ma ‘sfaccendati’, hanno appena confessato le loro responsabilità dirette negli atti di vandalismo all’interno della locale Cattedrale Saint-Alain, risalenti al 5 febbraio. Uno di loro ha ammesso di aver rubato un Cristo e di averlo gettato nel fiume Agout, con la complicità di una combriccola di coetanei dello stesso liceo, che dista solo 300 metri dalla cattedrale”.
L’ipotesi d’introdurre telecamere di videosorveglianza, spesso osteggiata in passato, è tornata al centro del dibattito. Padre Emmanuel Pic, il parroco a Digione responsabile della splendida chiesa gotica duecentesca appena profanata e già oltraggiata in passato, si è pubblicamente dichiarato possibilista, nelle ultime ore: “Ero contro, ma ormai mi chiedo se non sia una buona soluzione. I fatti di sabato si sono svolti in meno di venti minuti, con una reale volontà di nuocere. Non possiamo essere sempre presenti sul posto”.
In modo analogo a quanto è avvenuto a Nîmes, monsignor Roland Minnerath, vescovo di Digione, ha già celebrato una liturgia speciale di riparazione “per chiedere perdono” delle offese recate al cuore sacro dell’edificio. Il pastore ha anche incontrato Laurent Nunez, l’ex capo dei servizi segreti da poco divenuto segretario di Stato presso il Ministero dell’Interno, il quale, dopo il faccia a faccia, ha assicurato che lo Stato non intende gettare la spugna: “Siamo presenti per la protezione di tutti i culti”.
“Nel caso dei cimiteri, la frequenza con cui i fatti si ripetono all’interno di certi perimetri funerari fa pensare a una sorta di macabra sfida lanciata alle autorità da parte di autori ricorrenti. A Saleilles, nella Catalogna francese, tre sepolture, fra cui quella di un neonato, subiscono da anni degradazioni regolari. Furti di preziosi oggetti sacri, sfide fra minorenni con connotazioni anticlericali o di altra natura, raid d’individui influenzati dall’ideologia jihadista o caduti nell’orbita del satanismo, uso delle ostie per ‘riti magici’: sono tanti i potenziali moventi evocati regolarmente nelle indagini per elucidare ogni singolo caso. Ma gli esperti non azzardano interpretazioni generali, tanto il male pare diffuso e al contempo radicato nel percorso individuale di ogni singolo profanatore”.