“Se devo ammalarmi di Covid 19 preferisco per le chiese aperte o non per le celebrazioni del 25 Aprile”. Lo storico del Medioevo, il famoso professor Franco Cardini non ha dubbi e da credente esamina il tema chiese aperte o chiuse.
Professor Cardini: soffre non potendo andare a messa?
” Certo. Anche se i mezzi di comunicazione in un certo modo aiutano. Le dico comunque che io seguo la messa in tv come fossi in chiesa, senza telefonino, e vestito normale, non sbracato. Non la vedo con il caffè in mutande e pgiama, ma come fossi in chiesa. Innegabilmente ci manca il sacramento che è la base”.
Qual è la sua idea sulle posizioni tenute dalla Cei?
“Prudenza e buon senso. Io avrei gradito le messe col popolo, però mi domando: se qualche persona si fosse ammalata dopo l’ apertura anticipata la Chiesa sarebbe stata aggredita e mangiata viva da un mondo tanto ostile. Ecco la mia indulgenza verso i vescovi, hanno ragionato in modo saggio, con amarezza”.
Alla riapertura andrà gente?
” Sono convinto di sì anche se questa epoca è caratterizzata dalla crisi delle ideologie e delle religioni. In tutta sincerità non è che prima della pandemia le chiese fossero stracolme di gente. Capisco il governo e comprendo la difficile scelta della Cei. Hanno imboccato la via della prudenza davanti ad un male sconosciuto”.
Sono state tenute le celebrazioni del 25 Aprile..
” Ecco qui non condivido. La regola della prudenza vale per tutti, laici, partigiani, sardine e cattolici. Non ho compreso la ragione per la quale è stato possibile celebrare in piazza con assembramenti, il 25 Aprile, ma no alle messe. Il virus è contagioso dappertutto, non a luoghi alterni. Inoltre, detto per inciso, occorre rivalutare alcune credenze del 25 Aprile. Non è vero che tutti i morti della Repubblica Sociale fossero biechi amici dei nazisti e delinquenti, e non è vero che tutti i partigiani fossero specchiati galantuomini. Anche tra gli osannati partigiani si trovavano ,assieme ad ottime persone, grandi delinquenti, come nelle altre file vi erano persone per bene assieme ad altre meno. Ecco il motivo per cui non mi entusiasma la celebrazione del 25 Aprile e lo stesso vale per la giornata della memoria per le morti dell’ Olocausto ebraico. Certo, fatto gravissimo, barbarie, ma lo storico ha il dovere dell’ esame e della revisione nella quantità e qualità dei fenomeni. Altrimenti che storico è?: mi dicano pure che sono revisionista “.
Parlavano di due pesi e due misure..
” E allora se devo ammalarmi di Covid 19 per il 25 Aprile dei partigiani o per le sardine, preferisco ammalarmi per la messa aperta al popolo. In ogni caso suggerisco prudenza e buon senso, sempre”.
Bruno Volpe
Ho in casa un corano tradotto da un italiano convertito.La presentazione di questo libro è fatta dal signor Cardini, il quale lo definisce”Parola di Dio”Domando al presunto cristiano: il Vangelo allora di chi è Parola??