“Una vita senza la Verità con la ‘V’ maiuscola, anche se è rivestita di apparente forza in realtà è debolissima ed in balia del nulla che si maschera dietro al culto del corpo, della forza, dello sballo, dell’indifferenza, della superficialità”: il pensiero non può che andare anche alle persone accusate dell’omicidio di Willy Monteiro Duarte ascoltando le parole pronunciate dal vescovo di Tivoli e di Palestrina, mons. Mauro Parmeggiani, nell’omelia per le esequie.
Il richiamo a chi ha ucciso il giovane torna quando il presule afferma: “Chiediamo a Dio anche la forza per saper un giorno perdonare chi ha compiuto l’irreparabile”, perché “percorrano un cammino di rieducazione secondo quanto la giustizia vorrà disporre ed in luoghi – come ad esempio le carceri – che devono essere sempre più ambienti di autentica riabilitazione dell’umano”. Infine, se “gli italiani e le italiane di buona volontà hanno sentito Willy come uno di famiglia”, il vescovo di Tivoli e Palestrina lancia un appello a istituzioni civili, famiglie, scuola, Chiesa e media: “Perché la morte barbara ed ingiusta di Willy non cada nell’oblio impegniamoci tutti a riallacciare un patto educativo a trecentosessanta gradi” e a tirar fuori dal cuore dell’uomo ciò che in esso Dio ha posto di bene, di bello, di buono, di giusto”. “Dio perdoni tutti noi che davanti a questa bara ci sentiamo sconfitti perché non abbiamo saputo puntare, per l’ennesima volta, sull’Unico che salva”, conclude. (SIR)