«Esprimiamo grande soddisfazione per l’assenza, nel documento finale del G7 guidato dalla presidenza italiana, di riferimenti espliciti all’aborto, all’orientamento sessuale e all’identità di genere, che si trovavano invece nelle conclusioni del G7 dell’anno scorso. I Capi delle Nazioni più sviluppate infatti non devono sfruttare il loro potere politico ed economico per imporre quelle che Papa Francesco ha giustamente definito “colonizzazioni ideologiche” a livello globale, a scapito soprattutto dei Paesi emergenti e più deboli, ma devono invece promuovere la tutela della Vita umana in ogni sua fase, a partire dal concepimento, come premessa di qualsiasi obiettivo di pace, giustizia e uguaglianza. Ci complimentiamo pertanto con la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e con tutto il Governo per aver fronteggiato le pesanti ed esplicite pressioni politiche arrivate nel corso del summit da altri leader, in particolare da Francia e Stati Uniti, proprio sul presunto “diritto fondamentale” all’aborto, cioè la soppressione di una vita umana inerme e innocente».
Così Antonio Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia onlus. Purtroppo, ricordiamo agli amici di Pro Vita & Famiglia l’aborto è uscito dalla porta ed è entrato dalla finestra. Quindi ringraziare Giorgia Meloni per il suo sostegno all’aborto è scandaloso!
“Ho detto mille volte che non intendo modificare la legge 194”, anzi, ha rilanciato Meloni parlando della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, “intendo applicarla in tutte le sue parti, è una legge fatta molto bene, molto equilibrata, che non credo abbia bisogno di essere modificata. Sul tema del perché non ci sia il riferimento alla parola aborto – ha spiegato la premier – è perché solitamente accade che nei documenti finali le cose che sono già date per acquisite non vengono ripetute pari pari. Noi abbiamo richiamato le dichiarazioni di Hiroshima, nelle quali era molto chiaro questo passaggio sulla necessità di garantire l’accesso all’aborto libero e sicuro e di solito in questi documenti, per evitare di renderli inutilmente ripetitivi, quando una cosa si ripete si richiamano i documenti precedenti”.
“Io capisco – ha poi incalzato la premier – le ragioni per cui queste polemiche nascono e capisco perché da alcuni vengono alimentate ma non era oggettivamente un tema che dalle parti nostre è stato oggetto di questa discussione”.
“oco dopo, rispondendo a una domanda sui diritti Lgbt, la premier ha platealmente ringraziato un cronista del Washington Post per aver “ricordato quello che c’è scritto nelle conclusioni” del G7, “perché è stato detto che si facevano dei passi indietro, invece lei qui ci dimostra che i passi indietro non sono stati fatti. Mi pare che quello che è accaduto in questi due anni di governo italiano dimostri una realtà molto diversa da un racconto che purtroppo vedo animato senza ragione da diversi presunti osservatori.
“Ricordo – ha sottolineato Meloni – che il governo italiano in questi due anni non ha fatto nessun passo indietro rispetto a quello che è l’attuale normativa in tema di aborto, dei diritti Lgbt e compagnia cantante, e quindi le aspettative di alcuni sono state deluse perché il racconto non corrispondeva alla verità, come purtroppo ho visto molto spesso accadere in Italia e nel mondo quando si racconta la realtà italiana”.
Il pensiero abortista della Meloni si può ascoltare qui: