“È vero, ero irritato. Come cattolico e come lettore di Avvenire. Perché non sapevo nulla: né dell’ intervista di Marco Tarquinio al Corriere né di quella del nostro quotidiano a Beppe Grillo. Sia chiaro: Avvenire non è la Pravda (organo del Pcus ai tempi dell’ Unione Sovietica, ndr), e questo è un bene. Né tocca a me dire a chi e come fare le interviste. Ma parlando delle affinità tra cattolici e M5S, si sarebbe dovuto dar conto anche delle posizioni del Movimento di Grillo su temi sensibili per noi e sui quali siamo invece molto lontani: se non altro per non facilitare letture e fraintendimenti su collateralismi futuri o futuribili tra la Chiesa e loro”.
È quanto afferma mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, in un articolo oggi sul “Corriere della sera”, a firma di Massimo Franco. “Non è che si possano fare sconti a Grillo, e sostenere che siamo su posizioni coincidenti per tre quarti”, aggiunge Galantino: “E il quarto su cui non lo siamo? Sui poveri siamo così d’accordo? Poveri sono anche i rifugiati che arrivano in Italia. E non mi sembra che su questo i Cinque Stelle siano in sintonia con la Chiesa. Non ci si può dire d’accordo con uno che rispetta sei comandamenti su dieci. Va messo in rilievo anche quanto ci divide dal M5S. Questo è un servizio ai nostri lettori”.
“Ritengo che nella Chiesa italiana nessuno sia disposto a barattare i nostri valori con l’otto per mille. Chi lo fa appartiene a un’altra Chiesa. Mi sento di poter affermare che io e tutti i vescovi la pensiamo così. Dell’otto per mille stiamo parlando con tranquillità, e dunque non è questa la nostra preoccupazione”, conclude Galantino: “Abbiamo detto di esaminare pure i bilanci della Cei per vedere come utilizziamo quel contributo. Mi permetto di dire che chi alimenta questi sospetti spesso è in malafede”. (SIR)