La Corte costituzionale, invadendo il campo del potere legislativo, ha chiesto di legiferare, entro il 24 settembre, sull’eutanasia e il suicidio assistito. Per il leader del Family day, il professor Massimo Gandolfini, perito neurochirurgo presso la Santa Sede, l'”eutanasia e il suicidio assistito saranno il banco di prova dei pro life che sono in maggioranza”. Intervistato da In Terris il medico ha chiesto che la difesa della vita sia portata fino all’estrema conseguenza di un’eventuale caduta dell’esecutivo giallo-verde guidato dal giurista Giuseppe Conte.
“Stiamo dedicando un’attenzione particolare al tema dell’eutanasia/suicidio assistito che l’ordinanza della Corte Costituzionale, con scadenza 24 settembre, ha posto in primo piano”, ha spiegato Gandolfini. “Siamo fermamente contrari a qualsiasi forma di legalizzazione dell’eutanasia e consideriamo la legalizzazione o depenalizzazione del suicidio un vero abomino antropologico e culturale”.
Gandolfini ha spigato che “insieme ad altre associazioni cattoliche e a numerosi parlamentari sensibili su questo tema stiamo cercando di fare un fonte unito per bloccare o almeno limitare il danno che alcuni disegni di legge depositati alla Camera di provenienza M5S e Radicali stanno provocando. L’onorevole Pagano (Lega) ha proposto un ddl in cui si oppone ad ogni forma di eutanasia, chiede l’obiezione di coscienza per il personale sanitario, elimina dalle DAT (legge 219/17) l’opzione su nutrizione assistita, rinnova la condanna assoluta del suicidio assistito, ma propone una rimodulazione della pena ad esso collegata. Il Family Day sostiene il ddl Pagano/Turri, ma dichiara la sua contrarietà alla revisione dei termini della condanna in caso di aiuto/istigazione al suicidio. Per un motivo che riteniamo di grande valore culturale e pedagogico (non dobbiamo mai dimenticare che ogni legge porta con sé anche un grande valore pedagogico, soprattutto per le generazione che seguiranno): il suicidio è un’azione gravissima, legalizzarlo è una ‘follia’ sociale e civile, e – di conseguenza – ridurne la sanzione può essere interpretato come una ‘diminutio’ della gravità e della condanna assoluta. Ciò non toglie che il Family Day sta dando e darà sempre il massimo di collaborazione nell’ottica dell’insegnamento di S.Giovanni Paoli II per il raggiungimento del ‘maggior bene possibile'”.
Nell’intervista il dott. Gandolfini ha preannunciato che a settembre ci sarà una grande mobilitazione di piazza dei pro-life. “Chiameremo a raccolta tutte le associazioni e movimenti cattolici, auspicando fortemente un sostegno da parte della Conferenza Episcopale Italiana come fu nel 2005 per il referendum sulla Procreazione Medicalmente Assistita. Il popolo italiano si oppone alla ‘cultura dello scarto’ come vuole Papa Francesco”.
Massimo Gandolfini ha spiegato che si sta anche cercando di lavorare “con i partiti: ognuno dica chiaramente da che parte sceglie di stare così che ogni cittadino faccia con chiarezza la sua libera scelta. Chi sta dalla parte dell’eutanasia e del suicidio legalizzato non raccoglierà mai il sostegno del Family Day. A chi vi si opporrà chiediamo il coraggio e la forza della coerenza fino in fondo: su un tema così vitale, delicato, dirompente può valere la pena di far cadere il governo, come misura estrema. Meglio che cada su questo piuttosto che sulla vicenda del sostegno alla Von der Leyen! Lo chiedemmo anche ad Angelino Alfano al tempo delle unioni civili, in occasione del Circo Massimo. Non volle ascoltarci e sappiamo come è andata a finire”.
A proposito del contrasto della diffusione dll’ideologia gender nelle scuole Gandolfini ha spiegato che “a livello dei territori, i nostri Comitati Locali tengono sotto monitoraggio le proposte educative in tema di affettività e sessualità, proseguendo un’azione di attento monitoraggio e denuncia di possibili abusi di dannosa sessualizzazione precoce ed educazione secondo i canoni dell’ideologia Gender. Lo stretto rapporto con le famiglie è la carta vincente per assicurare il diritto di scelta educativa per i genitori”.
Spiegando il pronunciamento della Corte Costituzionale sul divieto della procreazione assistita alle coppie omosessuali, Gandolfini ha detto che la sentenza “ha confermato con l’autorevolezza che gli è propria un principio che da anni ripetiamo: il ‘diritto al figlio’ non esiste per nessuno. E tanto meno per coppie omogenitoriali perché prive della naturale complementarietà maschio/femmina che garantisce l’ambiente più vantaggioso per la crescita di un bimbo. Il ‘diritto’ del bimbo ad avere mamma e papà è stato efficacemente ribadito. E, anche se indirettamente, è stata condannata l’incivile pratica dell’utero in affitto, con lo sfruttamento ignobile del corpo delle donne. Anche il drammatico ‘caso Bibbiano’ ci insegna quanto sia forte e radicato il fronte ideologico contro la famiglia. Una ragione in più, per tutti gli uomini di buona volontà e di retto buon senso, per andare avanti con coraggio nell’opporsi a tutte le forze – partiti, sindacati, associazioni varie – che rendono possibili vergognosi eventi come quelli sotto il vaglio della magistratura. Inoltre siamo in attesa di un gesto pubblico del Ministro Salvini che blocchi definitivamente le iscrizioni/trascrizioni delle “adozioni omogenitoriali”, divenuto urgente dopo la sentenza della Consulta”.
Sulla controversa legge sull’omotrans-negatività proposta dall’Emilia-Romagna Gandolfini ha rilevato che “ci sono forze che vogliono limitare l’agibilità politica dei movimenti pro life e pro family. Il rispetto di ogni persona e dei suoi orientamenti affettivi non va confuso con il fantasma dell’omofobia che viene agitato per tappare la bocca a chi difende l’antropologia umana. Quel testo di legge prevede persino il controllo dei media locali, la formazione del personale del pubblico impiego e corsi nelle scuole tenuti dalle associazioni vicine alla galassia lgbt”.
Sul rapporto tra politica e Family Day, da leader del Comitato Difendiamo i Nostri Figli, Gandolfini ha detto che il movimento dei pro-life italiani non ha un “partito di riferimento. Svolgiamo un’azione culturale, sociale, educativa, pre-politica che comprende anche lanciare proposte virtuose su vita/famiglia/libertà educativa ai tutti i partiti politici e registrare poi ‘chi ci sta e chi non ci sta’, segnalandolo ai cittadini che hanno fiducia in noi e che ci chiedono consiglio. Dei 72 europarlamentari eletti, ben 27 (più del 30%) avevano sottoscritto e firmato il nostro ‘manifesto valoriale’. Di conseguenza, sono i partiti a decidere da chi vogliono essere votati. Per certo, il popolo della famiglia naturale e della difesa della vita (no aborto, no eutanasia, no suicidio, no compravendita di bimbi) non voterà mai chi sostiene istanze opposte”.
Poi Gandolfini si è tolto un sassolino dalla scarpa in merito agli insulti e minacce anche di morte ricevuto dopo il Congresso Mondiale delle Famiglie tenutosi a Verona. “Sfido chiunque a trovare una sola parola da noi proferita di offesa, scherno, aggressione, maleducazione verso chiunque”. “Se Gandolfini mette in guardia dal rischio delle derive contro l’uomo in atto è un medioevale, uno sfigato, un sovranista, un fascista che ha avuto la sfacciataggine di dire ad alta voce che i morti per aborto sono già più di sei milioni. Ma non ci lasciamo intimorire e chiediamo anche alla Chiesa di guardarci con amore, comprensione e comunione, evitando il rischio concreto di essere lontana e sorda alla richiesta di aiuto che viene dal popolo semplice. Siamo uomini di dialogo. Ma il dialogo è una modalità di approccio certamente nobile e virtuosa, è uno strumento utilissimo; ma quel che conta è la sostanza in discussione e in tal senso ci sono dei limiti invalicabili, di fronte ai quali il dialogo deve lasciare spazio alla fermezza della verità”.