Generazione Famiglia contro il sindaco di Bari Antonio Decaro. In un comunicato, a firma di Emanuela Antonacci, responsabile barese, si legge: “Denunciamo l’ ennesimo tentativo di colonizzazione ideologica perpetrato dal Comune di Bari, attraverso un progetto realizzato dalle Associazioni Link e Rete della Conoscenza. Con un finanziamento Miur e promosso dal tavolo LGBTQI del Comune di Bari, è possibile in 20 scuole del capoluogo ricevere l’opuscolo “Che cosa è l’ amor” in cui si veicola la teoria del gender e si affrontano argomenti sensibili come l’ autoerotismo”. Generazione Famiglia chiede “che vegano rispettate le disposizioni contenute nella circolare del Ministero della PI in cui viene riconosciuto il diritto di priorità educativa dei genitori”. Da quel che abbiamo appreso, anche molti genitori sarebbero scontenti e sconcertati dall’iniziativa. Abbiamo intervistato Emanuele Antonacci.
Antonacci, come sta la situazione?
” Sappiamo che il Miur nel 2017 ha finanziato il libretto del quale parliamo attraverso il progetto di Rete della Conoscenza e Link. Tuttavia, il vero grande male è alla base e scaturisce, oltre che da questo, dal tavolo LGBTQI instaurato dal Comune, spodestando altri uffici”.
In quali scuole è presente l’ opuscolo?
” Per certo al Maiorana, ma probabilmente è a disposizione in altri isituti. Noi denunciamo il fatto, grave, che temi tanto sensibili come l’autoerotismo e la teoria del gender, divisivi e particolari, hanno bisogno del preventivo consenso dei genitori che devono essere informati”.
Cioè?
” Intendiamo dire, anche in applicazione della recente circolare del Ministro della Pubblica Istruzione, che nel momento in cui ci sta un ampliamento delle nozioni e delle attività scolastiche, queste siano preventivamente portate a conoscenza dei genitori, i quali devono sapere di che cosa si tratta. Abbiamo visto l’ opuscolo e sinceramente sembra un invito all’ autoerotismo e al sesso inteso solo in chiave edonistica senza sentimento, oltre che all’ entrata del gender nelle scuole”.
Che farete?
” Chiederò ai parlamentari un’interpellanza parlamentare. In ogni caso, se ci sono genitori preoccupati o contrariati, sappiano che siamo con loro e possono contattarci a sostegno e chiarimento”.
Bruno Volpe