Abbiamo parlato del ddl Cirinnà con Gianluca Martone, giornalista e collaboratore de “La Croce Quotidiano”
Cosa ne pensa del disegno di legge, che sarà discusso tra pochi giorni al Senato?
“Come ha sottolineato anche lo stesso Cardinale Bagnasco, Presidente della CEI, affermando con coraggio che “la famiglia non può essere uguagliata da nessun’altra istituzione o situazione e la difesa della famiglia, la promozione della famiglia e l’invocazione di sostegni reali, che fino ad adesso sembra che non ci siano, dovrebbe essere voce unitaria di tutto il Paese, di tutte le famiglie italiane, anche in modo diversificati, ma l’obiettivo è assolutamente necessario perché le politiche familiari sono piccolissime”, occorre attuare politiche familiari concrete e non abominevoli leggi come il ddl Cirinnà, che vanno invece definitivamente a distruggere il tessuto sociale piu’ importante della nostra società. Essa infatti riconoscerebbe le unioni civili o matrimoni tra persone dello stesso sesso, non solo garantendo diritti individuali, ma equiparando l’unione in parola al matrimonio tra un uomo e una donna e ciò è palesemente incostituzionale, in base all’articolo 29 della Carta Costituzionale”.
Il ddl Cirinnà introdurrebbe anche la “stepchild adoption.” Cosa pensa di questo istituto?
“Nell’analizzare la delicata questione della “maternità surrogata”, denominata anche comunemente “utero in affitto”, occorre fare innazitutto riferimento al ddl Cirinnà, in particolare all’articolo 5 si prevede che un bambino possa essere adottato “dal coniuge o dalla parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso, nel caso in cui il minore sia figlio anche adottivo dell’altro coniuge o della parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso.” Si tratta della cosiddetta stepchild adoption: il “civilunito” omosessuale può adottare il figlio, biologico o adottivo, della persona omosessuale “civilunita” con lui. Il ddl Cirinnà spingealla riprovevole pratica dell’utero in affitto. Per spiegare nel migliore dei modi questo abominio, si puo’ operare il seguente esempio: Caio e Tizio, omosessuali, si uniscono civilmente grazie alla Legge Cirinnà. Caio va in India dove “acquista” un bambino con l’“utero in affitto”: utilizza il suo seme per fecondare artificialmente l’ovulo di una donna indiana, la quale, per pochi soldi, porta avanti la gravidanza. Caio può tornare in Italia con il bambino perché è biologicamente suo. A questo punto anche Tizio, che è unito civilmente con Caio, può adottare il bambino. Vogliamo questo abominio anche nel nostro Paese? Di recente, il mio direttore Mario Adinolfi ha raccontato una storia orrenda riportata dal giornale israeliano Haaretz:” Due gay di Tel Aviv vanno all’estero perché nel loro paese la pratica è proibita. Loro vanno in Nepal, firmano i contratti, pagano, comprano i necessari ovociti e affittano l’utero di una sventurata povera che ha bisogno dei loro quattrini. Poi se ne tornano in Israele, perché ormai c’è la home delivery come per ogni prodotto, il bambino te lo mandano a casa come fosse una cena cinese ordinata a domicilio. E arriva. E’ una bambina. Fanno i test genetici. Ops. E’ una bambina “sbagliata”. Il loro sperma mescolato usato per fecondare gli ovociti acquistati avrebbe dovuto lasciar traccia nel Dna. Non ce n’è. Che problema c’è, si rimanda tutto indietro. La bimba è un pacco. Io i ravioli alla nepalese non li avevo ordinati. Non li pago. Spiega Haaretz: “Errori di questo genere sono frequenti”. Non in Italia, per favore”.
Il prossimo 30 gennaio ci sarà un altro Family Day contro il ddl Cirinnà. Cosa si augura che accada dopo questa manifestazione?
“Il piu’ bell’augurio per questa manifestazione, che può rappresentare una svolta non solo per l’Italia, ma per l’intera Europa, l’ha fatto il mio direttore Mario Adinolfi, il quale ha affermato che “il 30 gennaio sarà in piazza l’Italia più bella, la marcia di San Giovanni vedrà sfilare una valanga di persone raggruppate dall’amore per la famiglia, mamme e papà e bambini e nonni e nonne e religiosi e religiose e fidanzati e fidanzate e persone sole che magari in piazza incontreranno l’amore della loro vita, è successo a tanti giovani il 20 giugno, già accadde al Family Day del 2007 o alla Giornata mondiale della gioventù a Tor Vergata nel 2000. In quindici anni quando Roma è stata attraversata dal popolo della famiglia, è stata attraversata da una scossa d’amore nel senso più alto del termine. Rispettate questa onda, come noi rispettiamo la vostra un po’ più triste e arrabbiata mobilitazione. Chi è venuto a San Giovanni il 20 giugno non ha trovato mezza parola che potesse essere un insulto verso la “controparte”, ha trovato solo persone sorridenti riunite in letizia. Ecco, anche se non la pensate come noi, sorrideteci. Non potrete che restare contagiati dalla nostra allegria.Il 30 gennaio 2015 la marcia di San Giovanni sia il momento del disarmo delle facce ingrugnate, rinunciate cari amici della lobby Lgbt ai vostri toni autoritari e violenti che vogliono negarci pure il diritto di manifestare. Solo gioia e che vinca democraticamente il popolo italiano”. Il grande Sant’Antonio di Padova affermò:” “«La verità genera odio; per questo alcuni, per non incorrere nell’odio degli ascoltatori, velano la bocca con il manto del silenzio. Se predicassero la verità, come la verità stessa esige e la divina Scrittura apertamente impone, essi incorrerebbero nell’odio delle persone mondane, che finirebbero per estrometterli dai loro ambienti. Ma siccome camminano secondo la mentalità dei mondani, temono di scandalizzarli, mentre non si deve mai venir meno alla verità, neppure a costo di scandalo». E la Verità, quella inscritta nel cuore di ogni uomo, è che la famiglia, tessuto imprescindibile di ogni società civile, è formata da un uomo e una donna e i bambini hanno diritto di crescere con un papà e una mamma per il loro naturale sviluppo psico-fisico.”