“Con Bergoglio la Chiesa cattolica fa qualche timido passo in avanti, ma nulla di veramente trascendentale. Ho la sensazione di una sorta di tanto rumore per nulla”. lo dice Gianluigi Paragone, che conduce su La 7 il fortunato talk show “La gabbia”.
Paragone, che idea ha ricavato sin qui dal pontificato di Bergoglio?
” Sul piano della rottura col passato, penso che possiamo far registrare qualche piccolo passo in avanti. Lo abbiamo visto soprattutto nei primi tempi, ma non riscontro nulla di veramente trascendentale. Ho la sensazione del tanto rumore per nulla”.
In che senso, scusi?
” Nel senso, per esempio, che Bergoglio parla e chiede una Chiesa aperta, quella della periferia e dei ponti, ma mette muri. Ha alzato un muro, per esempio, quando non si è opposto al processo in danno di due giornalisti italiani colpevoli, si fa per dire, solo di aver svolto degnamente il loro lavoro, di aver dato notizie vere e documentate, non frutto di invenzione o diffamatorie. Giudico questo una sorta di contraddizione. E poi anche in opposizione alla tanto conclamata misericordia della quale parla. Ci vuole in ogni cosa un poco di sana coerenza”.
Vi trova anche del buono?
” Indubbiamente, rispetto al suo predecessore, Ratzinger, Papa Francesco ha carisma e forza dirompente, cose di non poco conto. Non vorrei, però, che ci si fermasse solo all’ apparenza. Leggendo bene i suoi messaggi vediamo che siamo ancora e profondamente ancorati alla tradizione e al messaggio precedente, persino con toni maggiormente carichi. Del resto, sarebbe ingenuo pretendere da un Papa una svolta radicale e opposta. La Chiesa ha sempre camminato con prudenza”.
Lei accenna alla coerenza, perchè?
” L’ho detto. Bergoglio chiede e auspica trasparenza e sincerità in ogni settore, specialmente della vita pubblica. Fa molto bene, però come dicevo, la sua Chiesa processa due giornalisti, una condotta che urta contro la ricerca della trasparenza e del dialogo col mondo. Recentemente Bergoglio ha tuonato contro i soldi sporchi nella Chiesa. Ottimo, ma allora abbia la forza di chiudere lo Ior e far processare chi usa male in Vaticano i soldi dei poveri. Penso che rimaniamo fermi a popolari dichiarazioni di principio non seguite da fatti. Ecco, assieme ad una rinnovata e bella vitalità, trovo che ci siano elementi di contraddizione , magari uscite che cercano il guadagno dei consensi facili tra la base, la stessa che accorre a vedere Padre Pio. Ci vuole ben altro. Sulla pedofilia, per esempio, assieme alle parole mi sarei aspettato di più”.
Infine. Da giornalista che si occupa di politica pensa che il popolo del Family Day sia in grado di impensierire Renzi?
” Lei sa che con Renzi io non sono accomodante. Non credo, tuttavia, che oggi sia utile o produttivo fondare un nuovo partito cattolico su base etica. In quanto alle schermaglie tra Renzi e il popolo del Family Day ritengo che siano scaramucce non destinate a produrre sconvolgimenti e scalfire i sonni sereni del premier. Certo, la classe politica ben farebbe su alcune leggi a valutare che la nostra opinione pubbilca maggioritaria è composta da cattolici e persone anziane alle quali due uomini che si bacianoper strada o adottano un bambino danno fastidio, a me nessuno. Questo va condiderato, come trovo sconcertante, alla pari di alcune uscite di Renzi che il presidente dei vescovi italiani entri a gamba tesa nella politica chiedendo il voto segreto”.
Bruno Volpe