“Per il credente la sola, vera dolce morte è quella in Grazia di Dio. La Chiesa abbia il coraggio della denuncia.” Lo dice in questa intervista a La Fede Quotidiana don Francesco Giordano direttore di Vita Umana Internazionale per l’ Italia, interpellato sulla proposta di legge in tema di testamento biologico e fine vita.
Don Francesco, in ambienti cattolici questa proposta di legge sul fine vita è vista come una specie di cavallo di Troia per fare entrare nell’ordinamento una eutanasia camuffata…
” Non voglio commentare la proposta di legge che dovrei leggere meglio, ma certamente non posso tacere sul tema della eutanasia della quale ho parlato e scritto di recente”.
Prego…
” Pr il credente non esistono la doce morte e la eutanasia. La sola, vera e buona morte è quella di chi si trovi in grazia di Dio. Almeno questo vale per il credente coerente. Non esiste una dolce morte procurata, quella è un assassinio. Chi crede, chi si definisce cristiano sa molto bene che la vita è sacra sempre dal momento del concepimento sino alla sua fine naturale e nessuno ha il potere di disporne a suo piacimento”.
Perchè esiste una tendenza a negare la sacralità della vita?
” Fa parte della cultura anti cristiana della morte. Del resto, che cosa aspettarsi da un mondo che permette ed incoraggia l’ aborto? O che chiama necropoli il camposanto? Si parla di autodeterminazione del soggetto, ma temo che il sottofondo di questo sia la volontà di avere il dominio sia sulla vita che sulla morte, di un uomo che si reputa ormai onnipotente al punto di fare a meno di Dio. Oggi si rifiuta l’ idea stessa della Croce, questa è la verità. Si ha il timore di portare la Croce ogni giorno”.
La Chiesa tuttavia rigetta l’accanimento terapeutico…
” Alt. Una cosa è l’ accanimento terapeutico quando è evidente e conclamato, altra l’ eutanasia. Bisogna evitare che sotto questa scusa si compiano abusi o si arrivi alla eutanasia. Inoltre, acqua e alimenti non vanno mai negati ai pazienti terminali”.
Si aspetta su questi temi parole forti e chiare dalla Chiesa?
” La Chiesa deve parlare e lo fa, della difesa dei valori non negoziabili. Io non capisco a volte, l’ eccessiva prudenza di qualche uomo di Chiesa. Abbiamo il dovere e la forza, oltre che la serenità, di affrontare questi temi e la Chiesa abbia il coraggio della denuncia, di dire che l’ uomo non può sentirsi padrone della vita e andare contro natura, penso all’ aborto o anche al gender, è necessaria una Chiesa militante”.
Il cardinal Burke su questi temi è voce autorevole..
” Oggi Burke è una voce che dice le cose come sono, con chiarezza e rigore dottrinale. Lui lo fa perchè segue senza sconti il Vangelo ed esiste una brutta tendenza ad attaccare le persone coerenti. E’ sbagliato non sorreggere il cardinal Burke o peggio ancora criticarlo, va rispettato. Molti nella Chiesa lo apprezzano”.
Bruno Volpe