“Il Movimento 5 Stelle diffonde fake news sul congresso di Verona sostenendo che sia contro la libertà delle donne. Dichiarazioni ridicole che non trovano riscontro da nessuna parte. Perché allora continuano questo attacco quotidiano? Perché sono dei buoni mondialisti e quindi vedono la famiglia come fumo negli occhi. Loro sono per la droga libera, per la propaganda gender, per i matrimoni di gruppo e tra specie diverse: praticamente una comitiva di punkabbestia. Solo che stanno al Governo”.
E’ durissimo il giudizio espresso dal leader nazionale di Fratelli d’Italia, l’onorevole Giorgia Meloni, contro Luigi di Maio, il vicepresidente del Consiglio che, a differenza del suo collega di governo Matteo Salvini, ha puntato il dito contro il Congresso delle Famiglie, in programma dal 29 al 31 marzo, a Verona.
“Ve lo dico: se qualcuno di voi pensa che la donna debba restarsene a casa a farsi dire quello che deve fare, allora il Movimento 5 Stelle non è per voi”, ha detto Luigi Di Maio. “Io a un convegno come quello di Verona, dove si arriva persino a negare il tema della violenza contro le donne, non ci vado. E non ci andrà nessun parlamentare del Movimento”, ha minacciato Di Maio.
Il ministro del Lavoro ha ribadito che il M5s “ha un’altra idea di mondo. Noi pensiamo che la famiglia sia sacra, ma crediamo anche nelle libertà, nei valori, nel progresso. E vi dirò, questi valori a me li ha insegnati proprio mia madre”.
Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alle Pari opportunità Vincenzo Spadafora, del Movimento Cinque Stelle, è stato tra i primi a chiedere il ritiro del patrocinio governativo sul Convegno di Verona.
Da parte sua il vicepremier Matteo Salvini ha dichiarato: “Per me ognuno a casa sua fa quello che vuole. Combatterò finché campo contro l’utero in affitto e i bambini in vendita. Ognuno nella sua vita privata fa ciò che vuole ma per quello che mi riguarda – scandisce – un bambino ha diritto ad avere una mamma e un papà e ad essere adottato da una mamma e un papà. Stiamo pensando a una riforma del diritto di famiglia perché vogliamo togliere i bimbi come merce di scambio o ricatto dei litigi tra i genitori che si separano”.