di Maria Rachele Ruiu
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È inquietante una società che con una mano celebra, il 21 marzo, la Giornata Mondiale della Sindrome di Down e con l’altra invita le mamme a eliminare i bambini con Trisomia 21, visto che l’aborto oltre la 12esima settimana è vietato, a meno che, per esempio, non si rilevi proprio la Sindrome di Down. E in Italia c’è chi proprio non li vuole far nascere, visto che i nostri manifesti sulla Giornata – a Roma e nelle principali città italiane – sono stati praticamente tutti strappati non a caso proprio nella parte in cui abbiamo scritto “Facciamoli nascere – #StopAborto”. Non ci arrenderemo alla cultura dello scarto: l’Italia non può essere una moderna Sparta! Non vogliamo guardare inermi allo sterminio di quelli che Jérôme Lejeune, scopritore della Sindrome di Down, chiamava i miei – i nostri – piccoli. Lanciamo quindi un appello alla politica, per chiedere che i test prenatali non siano un’arma eugenetica e si offrano invece a quelle mamme e a quei papà che vengono a conoscenza della presenza della Trisomia 21 per il loro bambino, tutti gli aiuti e le rassicurazioni per superare paure e difficoltà. E’ inoltre necessario che a tutte le persone con la Sindrome si assicuri un progetto di vita concreto, per una piena e vera integrazione scolastica, lavorativa e sociale. Ad amare ed essere felici, invece, continueranno ad insegnarcelo loro!