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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno

Versione audio

Versione testuale
IL VANGELO DEL GIORNO: lunedì 16 settembre 2019

Oggi il Vangelo ci presenta la figura del centurione come modello di fede, una fede che supera, lo dice Gesù, quella del popolo d’Israele. Questo ci fa capire non solo l’universalità del messaggio di Cristo, ma anche la grandezza del dono della fede, che resta sempre un dono da accogliere. Ma è vero anche che Gesù stesso ci fa fare un percorso, e lo Spirito Santo prepara i nostri cuori ancora prima, perché possiamo rievere pienamente il dono della fede, se ci disponiamo con atteggiamento di umiltà. Vediamo come questo centurione, in cui tutti noi possiamo trovarci, viene accompagnato in un cammino di fede da Gesù, perché sia esaudito nella sua richiesta di guarigione per il suo servo. Un primo aspetto che emerge, dalla lettura del brano, è la situazione di sofferenza in cui si trova il centurione. Il primo passo che fa quest’uomo pagano è andare da Gesù, chiedere aiuto. Ha “udito parlare di Gesù”, come dice il testo. Ha ricevuto un annuncio, ha ascoltato una buona notizia e non ha chiuso gli orecchi e il cuore. Così, lo Spirito Santo, che agisce in tutti, anche nei pagani e nei lontani, ha suscitato il ricordo di quella speranza, e ora, questo centurione, va a cercare Gesù. Lo Spirito Santo apre i nostri occhi e ci fa vedere Colui che può davvero aiutarci. E Gesù, subito si muove, va verso colui che lo chiama, lo cerca e gli chiede salvezza. Ma la cosa interessante è che il centurione “mandò” per due volte delle persone: prima degli anziani del popolo, figure autorevoli, e poi alcuni suoi amici. Nel testo greco, vengono utilizzati due verbi differenti per indicare questi due invii. Questo cambiamento di modalità della stessa azione è un segnale importante: qualcosa è cambiato nel modo di avvicinarsi a Gesù. Lo Spirito Santo ha ricordato, ha suggerito, poi gradualmente, lavora nel cuore e trasforma, purifica la qualità della fede. Il desiderio del centurione che Gesù venga nella sua vita, si affina sempre di più, fino a diventare salvezza. Segno del grande passaggio che il centurione ha compiuto nel cuore, che è poi quello che più interessa a Gesù: il cuore, è l’espressione che ripetiamo anche noi cristiani nel corso della messa, prima di ricevere il corpo di Cristo. Un’espressione che dice la nostra indegnità di fronte alla grandezza di Dio che si dona a noi con un amore immenso, che non possiamo arrivare mai nè a comprendere, nè a realizzare con le sole nostre forze: “Non sono degno”. Ecco la prima conquista di un cammino di fede con Gesù: scopro che ho bisogno di Dio, che da solo non ce la faccio, perché sono povero, sono peccatore. Scopro che ho un salvatore che opera in modo diverso da come faccio io, perché Lui salva attraverso l’amore. E così il centurione comincia a capire che in realtà, mentre Gesù camminava verso di lui, anch’egli stava compiendo il suo cammino interiore, stava cambiando, stava diventando un uomo nuovo. Chiediamo oggi allo Spirito santo, per intercessione dei santi martiri Cornelio e Cipriano, che anche noi possiamo sentire nel cuore di essere stati guidati dal grande amore di Dio in tutta la nostra vita, fino a che la fede, la fiducia certa nella salvezza in Gesù sia davvero la nostra unica gioia da poter portare a tutti, con l’umiltà di questo centurione che ha saputo accogliere la salvezza nella sua vita.

Lc 7,1-10

Quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, Gesù entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che tu gli conceda quello che chiede – dicevano –, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da te; ma di’ una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito.

Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.

La teologa Di Berardino gestisce la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g

Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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