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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno

La Versione audio la trovate cliccando su questo link:

Versione testuale

Il VANGELO DEL GIORNO: martedì 17 settembre 2019

Il vangelo di oggi ci presenta l’episodio della risurrezione del figlio della vedova a Nain. Questo episodio, nel Vangelo di Luca, segue immediatamente quello che abbiamo visto ieri: la fede del centurione. E’ come se Luca, nel suo vangelo, ci mostra le caratteristiche dell’animo di Gesù. Ieri abbiamo visto l’universalità, e quindi l’accoglienza e l’ascolto del cuore più che delle altre caratteristiche umane o anche religiose della persona che ha davanti, oggi vediamo la compassione, un movimento interiore, si intuisce dal termine utilizzato in greco che evoca le viscere interne della persona, un movimento che corrisponde a una potenza capace di donare una nuova vita, di risvegliare dalla morte. Tutto parte dal fatto che Gesù, appunto, ebbe compassione, produsse dentro di sè questo movimento di dolore e di vita insieme, verso una madre vedova, rimasta madre di un unico figlio che stava accompagnando, morto. La disperazione di questa donna colta doppiamente dal dolore, per il marito e per il suo unico figlio, l’unica prospettiva di vita che gli restava. E si incammina in prospettiva di morte che accompagna la donna, ridotta all’isolamento e alla povertà estrema più lei che il suo figlio morto, dato che la donna non poteva svolgere lavori per mantenersi autonomamente nell’antichità, il pianto della madre, tutto questo communove Gesù, lo spinge a fermarsi e a ridonare la speranza a questa donna così afflitta. Questa donna, questo quadro della donna afflitta, è profezia della madre, della madre sua e nostra, di Maria, alla quale sarebbe stata data una nuova speranza, nel dolore estremo della sua esistenza, insieme a quella del suo unico figlio. Così si incontano in questo brano del Vangelo due donne, entrambe profezia di un popolo generato alla gioia dalla compassione di Gesù. E si incontrano due processioni: la processione della morte che esce dalla città ed accompagna la vedova mentre porta il suo figlio unico verso il cimitero; e la processione della vita che entra in città ed accompagna Gesù. Nain è il luogo di questo incontro fatto di compassione, in cui il Signore della vita ha l’ultima parola: “non piangere!”. Diverse volte nel Vangelo Gesù dice alle donne “non piangere!”. Ci sono lacrime senza speranza che non ci fa bene alimentare. Anche le lacrime sono chiamate a proclamare la presenza viva di Gesù in mezzo a noi, a ricordarci che Dio è con noi oggi e dinanzi ai problemi del dolore che ci abbattono, ci sono lacrime che ci ricordano le parole di Gesù: “Non piangere!”, perché Gesù arriva a toccare la bara del tuo cuore, cioè a prendere su di sè la tua morte, il tuo dolore, il buio profondo dove tu non vivi più. Allora oggi preghiamo lo Spirito Santo perché questo Vangelo ci doni speranza, asciughi le nostre lacrime di morte e di disperazione, ci ridoni la gioia di vivere ancora, abbia compassione di noi e di tante persone afflitte che portiamo nel cuore, tanti nostri fratelli e sorelle che vivono in questa umanità come morti! Abbia compassione di noi, come ha fatto con quella madre. Amen 

Lc 7,11-17 

In quel tempo, Gesù si recò in una città chiamata Nain e facevano la strada con lui i discepoli e grande folla. Quando fu vicino alla porta della città, ecco che veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: “Non piangere!”. E accostatosi toccò la bara, mentre i portatori si fermarono. Poi disse: “Giovinetto, dico a te, alzati!”. Il morto si levò a sedere e incominciò a parlare. Ed egli lo diede alla madre. Tutti furono presi da timore e glorificavano Dio dicendo: “Un grande profeta è sorto tra noi e Dio ha visitato il suo popolo”. La fama di questi fatti si diffuse in tutta la Giudea e per tutta la regione.

 

Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.

La teologa Di Berardino gestisce la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g

Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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