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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno

Versione audio

https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

Versione testuale

IL VANGELO DEL GIORNO: mercoledì 20 novembre 2019

Il vangelo di oggi ci presenta la parabola dei talenti. Il Vangelo ce la presenta come una parabola legata all’accoglienza e alla venuta del Regno di Dio che si compie nella pasqua di Gesù. Nella passione, morte e risurrezione di Gesù, infatti, ci troviamo spiazzati perché la pasqua del Signore purifica completamente l’idea del Dio che ci siamo costruiti secondo le nostre giustizie. E questa parabola ce lo mostra con grande semplicità perché ci parla di un re che, quando chiama gli impiegati, a cui aveva dato cento monete d’argento, per sapere quanto avevano guadagnato, dona il governo di dieci città all’impiegato che moltiplicò per dieci le cento monete che aveva ricevuto, e cinque città a colui che le moltiplicò per cinque. Solo il terzo impiegato non guadagnò nulla, perché non aveva avuto fiducia nella bontà del padrone, ma pensava che quel padrone ragionasse secondo la giustizia umana. Ecco allora che la parabola ci mostra come una persona che non si affida, che non dà fiducia a Dio e alla sua bontà, in realtà crede solo in se stessa, si chiude in se stessa, allontanandosi da Dio e non preoccupandosi più degli altri. Il Vangelo allora ci mostra che l’uso dei nostri talenti, delle qualità, dei doni che abbiamo e che possiamo insegnare agli altri, dipendono dalla fiducia che abbiamo in Dio Padre, datore di ogni bene. Come ci dice Gesù alla fine della parabola, la mancanza di fiducia, che è la paura, blocca in noi la creatività di Dio e quindi anche l’uso dei nostri talenti. Perciò chi si chiude in sé e ha paura di perdere il poco che ha, costui perderà tutto. Invece, se saremo in grado di non pensare più a noi stessi, dandoci senza paura agli altri, il vangelo oggi ci promette che, riceveremo molto di più di quello che abbiamo donato! Ma, fermiamoci un attimo a pensare…quante volte abbiamo fatto esperienza di questo? Quante volte abbiamo donato qualcosa, pur correndo il rischio di perderci, e invece abbiamo ricevuto molto di più! Preghiamo allora oggi che lo Spirito Santo ci doni ancora il coraggio di prendere il rischio di perderci, per amore di Gesù. Lo Spirito Santo ci tolga la paura e la falsa umiltà, ci apra  il cuore alla fiducia, verso chi ci sta accanto, perché possiamo prendere coscienza che tutte le persone hanno dei talenti, che tutti siamo preziosi, ciascuno secondo il proprio dono. E con la stessa gioia con cui oggi sapremo donare agli altri e far fruttificare i nostri talenti, così possiamo essere benedetti dal Padre per l’eternità, proprio come ci promette il Vangelo.

Lc 19, 11-28

In quel tempo, Gesù disse una parabola perché era vicino a Gerusalemme e i discepoli credevano che il regno di Dio dovesse manifestarsi da un momento all’altro. Disse dunque: “Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un’ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine. A questo disse: Sarai tu pure a capo di cinque città. Venne poi anche l’altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuto riposta in un fazzoletto; avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l’avrei riscosso con gli interessi. Disse poi ai presenti: Toglietegli la mina e datela a colui che ne ha dieci. Gli risposero: Signore, ha già dieci mine! Vi dico: A chiunque ha sarà dato; ma a chi non ha sarà tolto anche quello che ha. E quei miei nemici che non volevano che diventassi loro re, conduceteli qui e uccideteli davanti a me”. Dette queste cose, Gesù proseguì avanti agli altri salendo verso Gerusalemme.

Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.

La teologa Di Berardino gestito la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g

Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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