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IL VANGELO DEL GIORNO: martedì 5 novembre 2019 

 Il vangelo di oggi continua la riflessione sul tema dell’invito specificando attraverso la parabola del banchetto raccontata da Gesù che la gratuità nell’invitare quelli che non potranno mai ricambiare l’invito (indicazione che ci è stata data ieri), di fatto ha come effetto l’apertura della propria casa alla dimensione della strada. Un allargamento che impoverisce, certamente, ma allo stesso tempo dà la possibilità di riempire la casa non di risorse e di ricchezze, ma di persone che si fanno amiche, si fanno famiglia. E’ così che Gesù trasforma il rifiuto in opportunità: quando noi chiudiamo una possibilità, Lui non si arrende! Non chiude la porta: fa entrare altri! Il grande banchetto è pronto, ma gli invitati hanno tante scuse per non accettare l’invito. E se la Bibbia (Dt 20,5-7) lascia libere le persone di non accettare l’invito, Gesù fa notare che questo tipo di libertà in realtà  limita la possibilità di vivere la gratuità di un invito veramente improntato sulla fraternità e sulla condivisione. Il padrone della festa, l’abbiamo detto, non si accontenta di vivere questa sconfitta, così ordina ai servi di invitare i poveri, i ciechi, gli storpi, gli zoppi. Praticamente sono invitati a sedersi attorno al tavolo del banchetto proprio quelli che normalmente erano esclusi perché considerati impuri. Ora, se anche fosse che questo atteggiamento che Gesù ci racconta è diretto alla comunità cristiana, che fa di sfondo a questo Vangelo, così affermano, infatti, alcuni commentatori, in questo testo possiamo cogliere davvero quello che noi oggi siamo chiamati a vivere: aprire il nostro volto sorridendo a chiunque incontriamo, invitare chiunque ci viene incontro all’incontro più bello e più importante che abbiamo fatto nella nostra vita, quello con Gesù! Il vangelo oggi ci ricorda che siamo quì su questa terra per portare tutti a Gesù. La parabola termina con queste parole: “Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena”. Dio ci chiede di uscire per le strade e spingere ad entrare quelli che non erano stati invitati perché il Signore chiama noi, me e te, ad essere una Chiesa in uscita, inviati a invitare chi ha più bisogno di gioia, di pace, di fraternità! Allora oggi mi piace concludere questa riflessione che condivido con voi, con un’immagine efficace, espressa dal tavolo dei giovani durante il Sinodo dei giovani: “Occorre fare un falò dei nostri divani. Raccapricciarci della cristallizzazione delle nostre abitudini, che trasformano le comunità in salotti esclusivi ed eleganti, accarezzando le nostre pigrizie e solleticando i nostri giudizi sferzanti. Occorre darci reciprocamente e benevolmente, ma con determinazione ed energia, quella sveglia che ci ricorda che siamo popolo in cammino e non in ricreazione, e che la strada è ancora lunga“. Ecco allora, chiediamo oggi allo Spirito Santo che ci faccia uscire, non per fare per forza cose nuove, o per avviare chissà quali iniziative, ma per acquisire uno stile capace di mettersi a servizio dell’incontro di Gesù con ciascuna persona che incontriamo oggi. Spirito Santo, rendici partecipi di questa gioia che è quella del tuo cuore, di vedere rinascere la speranza e la vita in tutti coloro che oggi incotreremo, volta per volta, volto per volto. Amen. 

Lc 14, 15-24 

In quel tempo, uno dei commensali disse a Gesù: “Beato chi mangerà il pane nel regno di Dio!” Gesù rispose: “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena”.

 

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