La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio
Ecco il testo
IL VANGELO DEL GIORNO: sabato 30 marzo 2019
Nel Vangelo di oggi, Gesù racconta la parabola del fariseo e del pubblicano. Potrebbe sembrare che il messaggio di questa parabola sia una specie di esortazione a mettersi all’ultimo posto, perché conclude con la frase: chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato, invece non è così! Non è così perché davanti a Dio non ci scegliamo noi i posti: c’è chi vuole stare all’ultimo posto e deve fare il capo, e c’è chi fa di tutto per stare al primo posto ma non ci riuscirà mai. La verità è che i posti li dà il Signore e noi possiamo solo accoglierli e credere che il nostro posto è fatto proprio per noi e perciò stare lì dove Lui ci mette è la nostra felicità. Perciò, se davvero crediamo questo, non è sbagliato essere intimamente convinti di essere nel giusto, perché la convinzione che ci fa fare bene i nostri doveri. Ma allora perché Gesù ci racconta questa parabola? Cosa vuole dirci veramente? Il messaggio di questa parabola è molto profondo ed è importante che in questa Quaresima ne prendiamo coscienza! Troppo spesso ci esponiamo al rischio di fare come questo fariseo. Lo vediamo: mentre prega, si mette a disprezzare gli altri senza saperlo, senza volerlo e senza rendersene conto! Questo avviene quando nella preghiera mettiamo al centro noi stessi, invece di invocare lo Spirito Santo che venga a pregare in noi e ci insegni a fare luce dentro di noi, ad avere una vista nuova! La preghiera ci dona una vista che viene da dentro e che ci rende capaci di vedere noi stessi, le situazioni, le realtà che viviamo, alla luce di Dio, come le vede Dio! Ecco perché il posto dove siamo è la nostra felicità! Osserviamo la fine della preghiera in questa parabola: sia esternamente che socialmente non cambia nulla! Il fariseo resta sempre un uomo religioso che crede di essere nel giusto e il pubblicano è sempre un grande peccatore per la gente comune, eppure noi sappiamo che davanti allo sguardo di Dio non è così, anzi…è tutto il contrario! Sì, perchè la preghiera ricostruire la giustizia e la pace tra gli uomini, a partire dall’interiorità, dove percepiamo lo sguardo di Dio. Ricordiamoci allora che, quando degradiamo qualcuno già nei nostri pensieri e poi con le parole, non stiamo sotto lo sguardo di Dio e la nostra preghiera è solo illusione! nel Vangelo lo leggiamo: avviene tutto il contrario di quello che pensiamo. C’è chi, come il pubblicano, non ha neppure il coraggio di alzare gli occhi e se ne torna a casa giustificato, e chi, come il fariseo, che prega tanto, ma non prega veramente! Allora oggi, e in tutto il tempo che ci resta di questa santa Quaresima, stiamo attenti a onorare Dio con la preghiera vera, che viene dal cuore e ci fa percepire nel profondo quanto il Signore ci ama, quanto Egli ami tutte le Sue creature. Questo ci basterà ad essere felici, perché il regno di Dio non è una questione di posti da occupare, ma di amore da donare! Buona giornata!
Lc 18, 9-14
In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri: “Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore. Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato”.
* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com