La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio
Ecco il testo
IL VANGELO DEL GIORNO: mercoledì 3 Aprile 2019
Il discorso che oggi leggiamo in questo brano del Vangelo, è la difesa che Gesù porta alle accuse dei farisei per spiegare il significato profondo della guarigione del paralitico che abbiamo ascoltato ieri. L’accusa partiva dal fatto che Egli aveva operato questa guarigione in giorno di sabato, il giorno in cui l’uomo è chiamato al riposo. Per gli Ebrei, il sabato, lo Shabbat, è un giorno santo, santificato da Dio stesso, dal Suo riposo che termina l’opera della creazione e introduce al compimento finale nell’era messianica. Il termine stesso Shabbat, in ebraico viene da un verbo che esprime l’azione di fermarsi, cessare. Ora, Gesù sembra andare contro questa denotazione del giorno di Shabbat perché non parla di riposo, ma di opera! “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero!“, afferma. Certamente con queste parole, dette da ebreo praticante e credente, Gesù sperava di far riflettere quei ferventi uomini religiosi e portarli alla comprensione che anche altri rabbini e grandi maestri della tradizione ebraica hanno confermato, cioè il fatto che la Creazione ancora non è ancora terminata perché terminerà quando verrà il Messia! Praticamente Gesù ha sempre rispettato lo Shabbat e non era contrario al rispetto della Legge, ma trasgredendo apparentemente il comandamento dello Shabbat affermava che Lui stesso è compimento dello Shabbat di Dio! Così Gesù vuole sottolineare che l’opera del Padre continua sempre, perché tutti si ritrovino ad entrare nel riposo promesso, nel grande Shabbat eterno del Regno di Dio preparato per tutti, attraverso l’opera del Messia. Così Gesù continua il suo discorso, sottolineando che l’azione creatrice di Dio, amore del Padre comunicato al Figlio, agisce nel mondo attraverso il Figlio di Dio, cioè attraverso la sua persona, e che perciò è Lui il Messia! Ecco allora perché compiere la guarigione del paralitico in giorno di sabato, perché la guarigione è il segno del fatto che ogni persona, anche quella più misera, può essere tirata fuori dalla morte e può tornare a vivere in modo sano, libero, autonomo. Praticamente Gesù afferma che il completamento dell’opera creatrice del Padre è la ricostruzione della dignità umana, proprio lì dove essa è stata perduta. Ma per Gesù e per noi cristiani queste non sono parole: Gesù stesso scenderà in un sepolcro in un sabato che i cristiani chiamano giorno santo, perché lì il Figlio di Dio sperimenterà la morte per poi risorgere, scenderà agli inferi per richiamare alla vita tutti coloro che giacciono nelle tenebre e nella morte. Perciò, poiché dare la vita è la missione di Cristo, e risuscitare i morti è il compito che il Padre gli ha affidato, la guarigione del paralitico, non è che la prova del fatto che Dio è vita, e che lì dove Lui si fa presente, la vita rinasce. La voce di Gesù chiama ogni essere alla vita, perché nel Vangelo oggi ascoltiamo: “Viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce“. Allora, se nel corso di questa giornata vedremo intorno a noi spegnersi la fede e la fiducia, se oggi vorrebbero convincerci che ormai viviamo solo lutti e morti, violenze e guerre e che il nostro futuro è solo lutto e lamento, noi sappiamo che non è così! Noi sappiamo che la Pasqua è ormai vicina, noi crediamo che la Pasqua del Signore aprirà i nostri sepolcri: non lasciamoci spegnere questa speranza. Buona giornata!
Gv 5, 17-30
In quel tempo, Gesù rispose ai Giudei: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero”. Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio. Gesù riprese a parlare e disse: “In verità, in verità vi dico, il Figlio da sé non può fare nulla se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa’, anche il Figlio lo fa. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, e voi ne resterete meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità vi dico: è venuto il momento, ed è questo, in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio, e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso al Figlio di avere la vita in se stesso; e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non vi meravigliate di questo, poiché verrà l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene, per una risurrezione di vita e quanti fecero il male, per una risurrezione di condanna. Io non posso far nulla da me stesso; giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato”.
* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com