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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.

Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO: sabato 15 Giugno 2019

Nel vangelo di oggi, ancora riflettiamo sui fondamenti della legge di Dio. Ascoltavo proprio ieri il rabbino della comunità ebraica di Roma, una tra le comunità ebraiche più antiche del mondo. Ogni venerdì si prepara lo Shabbat con l’ascolto di una parashà, cioè di una parte della lettura biblica commentata dal rabbino e quindi dalla tradizione degli antichi rabbini ai quali ogni buon rabbino si aggancia. Bene, ascoltando la parashà di oggi che ha come argomento proprio la legge ebraica, il rabbino diceva che la liturgia ebraica propone la lettura della legge proprio dopo la festa di Pentecoste, perché festeggiare il dono della legge non basta, è importante conoscerla e poi viverla! Ecco, anche noi in questa settimana abbiamo ascoltato nella nostra liturgia quello che Gesù ci ha indicato come il cuore della legge: la pace, la giustizia, l’amore reciproco, la fedeltà. E oggi, nel giorno di Shabbat, riflettiamo sul valore della lealtà e dell’onestà tra le persone. E il Vangelo lo fa affermando che tra gli uomini e le donne non ci dovrebbe essere il bisogno di giurare per dire la verità….cosa vuol dire? Bisogna eliminare i giuramenti?  Siamo in una società in cui i giuramenti sono di moda: si giura nei tribunali, giurano i medici all’inizio della loro professione, anche i politici lo fanno. Ancora una volta ci troviamo davanti a qualcosa che sembra anacronistico e troppo radicale. E invece, se ci pensiamo bene, le parole di Gesù ci mostrano una verità profonda, che è importante capire oggi. Si fa un giuramento per avere una garanzia di aver eliminato il dubbio che l’altro mi tradisca, però comunque abbiamo bisogno di una fiducia più grande. Del resto, se non ci fidiamo,  saremo sempre portati a dubitare l’uno dell’altro e si arriverà comunque al punto in cui di per sè giurare neppure serve più! Per dirla in due parole: fare un giuramento presuppone la possibilità del tradimento, mentre non farlo presuppone l’esercizio di una fiducia previa, e quindi più grande! Ecco allora che le parole di Gesù non sono più così dure e incomprensibili, ma sono parole che ci liberano dal sospetto e dal giudizio! Ci danno la possibilità di sperimentare nella nostra quotidianità che è possibile fidarsi, che tutti noi, uomini e donne di ogni tempo, se scegliamo di aprirci alla fiducia, siamo tutti capaci di onestà. Pensiamoci: se solo io e te oggi vivessimo davvero questo Vangelo, saremmo in due a scegliere la verità. E oggi non è poco! Sì, sì e no, no, come dice Gesù, non solo in quello che facciamo, ma anche in quello che diciamo. Proviamo a fidarci  della parola dell’altro, senza bisogno di verificare. E’ uno degli esercizi più difficili, ma che a lungo andare ci darà gioia e pace, perché la fiducia fonda una benevolenza di fondo che non condanna in caso di fallimento, invece il giuramento è una pratica che nell’antichità esponeva alla condanna, oggi può sempre esporci comunque al giudizio. Allora facciamo così: ogni volta che in noi resta sempre il dubbio dell’altro, o il sospetto di qualcosa, facciamo fiducia! Cerchiamo la verità con benevolenza e diamo fiducia! Forse saremo delusi, ma nel nostro cuore resterà la pace, e l’altro troverà un volto gioioso che lo accoglie con stima, e non un volto accigliato dal sospetto e un cuore sporcato dal giudizio. Ma questo discorso interessa anche noi, il nostro sguardo su noi stessi. Anche noi ci nascondiamo nelle nostre tante parole per giustificarci e nei nostri giuramenti per timore di non essere amati. Apriamo il cuore alla fiducia! Il Signore non ci ha dato la fede per avere paura o per diffondere sospetti sugli altri, su noi stessi o su Dio. La luce della fede ci è data per fare luce, per vivere nella luce, in piena onestà! Per risplendere e per far risplendere questa umanità che ci circonda.

Mt 5, 33-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Avete anche inteso che fu detto agli antichi: Non spergiurare, ma adempi con il Signore i tuoi giuramenti; ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran Re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno”.

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.
La teologa Di Berardino gestito la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g
Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

 

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