La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio
Ecco il testo
VANGELO DEL GIORNO: sabato 9 marzo 2019
Il Vangelo di oggi presenta la chiamata e la conversione di Levi. Un episodio significativo che ci dona il senso del percorso di Quaresima appena iniziato. E troviamo Gesù che chiama Levi, un pubblicano, considerato un grande peccatore pubblico. Ciò che sorprende è che, immediatamente, Levi lascia tutto, segue Gesù ed entra a far parte del gruppo dei discepoli. Evidentemente c’era un desiderio profondo in quest’uomo: cambiare vita. Non era facile vivere triste, oppresso dal giudizio degli altri, e spesso, sentire il rimorso per i propri peccati. La salvezza di Levi è stato aver scelto di seguire Gesù. E noi? Ci fa riflettere questo cambiamento immediato di Levi? Chissà per quanto tempo Levi aveva desiderato per sé una vita diversa, più libera, staccata dai compromessi e dagli intrighi degli uomini di potere. E Gesù ha risposto al desiderio di Levi. E noi? Quanto desideriamo la conversione? Quanto desideriamo cambiare vita? Quanto abbiamo preso sul serio questo tempo di grazia che è appena iniziato, che è la Quaresima? Il Vangelo ci esorta oggi a orientare il nostro desiderio, ad aprirci alla sorpresa di Dio e a fare come Levi, che si è subito messo in opera, ha subito inventato un banchetto per tutti, nessuno escluso, neppure i grandi peccatori. Ecco, allora, oggi per noi il Vangelo ci invita a inventare modi per far sì che il nostro desiderio di conversione diventi realtà. Facciamo delle opere che facciano riflettere, che interroghino le persone perché non seguano più la logica degli uomini, ma possano vedere la differenza e gustare la tenerezza della guarigione e della riconciliazione che il Signore ci prepara in questo tempo di Quaresima
Lc 5,27-32
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi seduto al banco delle imposte, e gli disse: “Seguimi!” Egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì. Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla di pubblicani e d’altra gente seduta con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: “Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?” Gesù rispose: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori a convertirsi”.
* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Bel commento. Grazie. Sottolineerei però non solo quanto sia confortante e commovente sentirsi amati e chiamati dal Signore pur consapevoli di essere indegni peccatori, ma anche come a nulla serva l’amore e la stima che il Signore ripone in noi se noi, a nostra volta, non ci alziamo subito senza rimandare, non lasciamo la vita da pubblicani, e non lo seguiamo. Credo che in tempi nei quali la Chiesa parla di Misericordia divina senza talvolta neppure accennare alla necessità del nostro pentimento e della conversione (che la rendono operante) sia non solo opportuno ma doveroso! Si sono provocati non pochi né piccoli danni nelle coscienze tacendolo! E si sono travisate e dottrina evangelica e morale cristiana (vedi la dottrina e morale matrimoniale e la conseguente caduta del senso del peccato!).
Ma è solo la misericordia, che è nient’altro che un atto di fiducia gratuito senza contropartite, a cambiarci in meglio. Fu così per Zaccheo che, toccato dalla misericordia di Dio, cambiò vita e si spese amorevolmente per il prossimo; e, anche se non ci è dato a sapere, è probabile che pure l’adultera salvata da Gesù dai lapidatori sia stata toccata nel cuore dalla misericordia del Salvatore ed abbia invertito rotta su invito di Gesù, (“Vai e non peccare più…”).