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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno: venerdì 25 Gennaio 2019.

Ecco l’audio

Ecco il testo

Conversione di San Paolo apostolo

Mc 16, 15-18

E disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».

Oggi festeggiamo il giorno della conversione di San Paolo apostolo. In questi tempi la Chiesa ci suggerisce di chiamare l’esperienza di San Paolo più che conversione, “illuminazione” perché Saulo di Tarso in realtà era un uomo religioso, un ebreo praticante, credente, un fariseo. Eppure l’incontro col Risorto lo ha rinnovato totalmente, ha cominciato a vedere la realtà non più attraverso l’osservanza della Legge, ma alla luce della Risurrezione di Gesù e questo ha generato in lui una fede cristiana che è stata riconosciuta apostolica dagli stessi apostoli del Signore. Tutti noi oggi conosciamo la storia di Saulo, sappiamo che da battezzato prende il nome di Paolo, dal latino “piccolo”, e percepiamo dalla sua esperienza che la fede in Gesù Risorto è per se stessa diffusiva e contiene in sé un mandato missionario e apostolico, per sua natura! Ogni battezzato, ciascuno relativamente alla propria particolare chiamata, riceve la vita luminosa di Cristo, capace di coinvolgere alla fede anche persone non credenti. Ecco perché possiamo dire che ogni vocazione cristiana autentica è una vocazione apostolica, un aggettivo che viene dal verbo greco apostellw che significa inviare, e anche la vocazione cristiana è missionaria, un aggettivo che viene dal verbo latino mitto che significa anch’esso inviare. La vocazione cristiana quindi è evangelizzatrice, dal verbo greco euaggelizw che significa “annunciare la buona notizia”, che è quella della morte e Risurrezione di Gesù Cristo. Oggi il Vangelo ci dona questa forza ed elenca cinque segni che accompagneranno gli annunciatori del Vangelo: 1.« nel mio nome scacceranno demòni »; 2.« parleranno lingue nuove »; 3.« prenderanno in mano serpenti », 4.« se berranno qualche veleno, non recherà loro danno »; 5.« imporranno le mani ai malati e questi guariranno ». Tutti e cinque questi “segni” sono indicazioni che ci confermano nella fede. Tutte le volte infatti che noi, in comunione con la Chiesa, annunciamo la verità del Vangelo accade che gli spiriti della menzogna e dell’illusione vengono scacciati e liberiamo dal dominio crudele e vessatorio dei demoni coloro che ricevono il nostro annuncio. Questa azione di liberazione è sicura, perché la Verità scaccia l’errore, la Luce fa fuggire le tenebre. E l’annuncio del Vangelo ci rende capaci di capire la lingua dell’amore, del dono, della fraternità, della gioia. Annunciare il Vangelo vuol dire portare conforto, consolazione a chi soffre, a chi è solo, a chi viene emarginato. Annunciare il Vangelo vuol dire portare luce a chi cerca, a chi vive senza trovare un punto di riferimento nella vita. Evangelizzare è l’avventura più bella e affascinante che esista e San Paolo ce lo testimonia con la sua vita, oltre che con le sue meravigliose predicazioni che hanno segnato profondamente la nostra storia. Per vivere fino in fondo questa avventura, però, oggi il Vangelo ci conferma che è necessario per i discepoli “andare”, “uscire”! Papa Francesco oggi ce lo ricorda, affermando che tutti noi siamo “Chiesa in uscita”. Allora non possiamo che affidarci alle preghiere di questo grande apostolo missionario che oggi festeggiamo, e, col suo aiuto, continuiamo a  pregare per l’unità dei cristiani e per i giovani riuniti a Panamà, e cerchiamo di fare anche noi, per quello che possiamo, un passo verso gli altri: basta un piccolo segno di apertura, di fiducia! Già questo, fatto col cuore, può essere oggi un annuncio del Vangelo. Buona giornata!

 

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

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