La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio
Ecco il testo
IL VANGELO DEL GIORNO: lunedì 8 Aprile 2019
ll Vangelo di oggi ci propone il dialogo tra Gesù e i giudei che si apre con la proclamazione di Gesù: “Io sono la luce del mondo“. Ci troviamo a Gerusalemme, nel tempio, nel contesto della Festa delle Capanne, festeggiata, in quel tempo, attraverso diverse luminarie che illuminavano il tempio e lo portavano all’apice dello splendore. La cosa interessante è che Gesù, nel vedere tutte queste luci, in un contesto religioso tutto giudaico, non si proclama luce di Israele, ma la luce del mondo! Gesù non ha timore di dire la verità su se stesso, che Lui è il Messia promesso, e che la vera rivelazione che l’umanità, per questa umanità che attende. La Sapienza che porta luce di salvezza a ogni creatura è Lui. E Gesù dice di essere Lui la luce che ogni ebreo sapeva essere increata, presente nella Creazione del mondo. E le parole di Gesù fanno intuire che la Sua luce accompagnerà l’umanità sempre: dall’inizio della Creazione, fino alla fine dei tempi. Per questo il Vangelo, annuncio della Salvezza operata da Gesù di Nazareth in quella Pasqua di passione, morte e risurrezione, oggi per noi, dopo 2019 anni, continua ad essere fonte di speranza e annuncio di gioia. E l’evangelista Giovanni è molto radicale nel comunicarci l’urgenza di aderire all’annuncio del vangelo. Egli ci dice: o stiamo nella luce, con Gesù, e perciò siamo resi capaci anche di amare anche i nostri fratelli nella fede, o stiamo nelle tenebre perché senza Gesù non siamo capaci di amare veramente! Senza Gesù siamo nell’illusione e arriviamo a comportarci come questi religiosi che negano la verità e accusano Gesù. Giorni fa abbiamo meditato che Gesù, accusato, chiamava tre testimoni a suo favore. Oggi Gesù non teme le ulteriori accuse che Lui subisce, e dichiara che, chi non Lo riconosce come luce, “giudica secondo la carne“, cioè magari si ferma a riflettere sulla vita, ma la percepisce come una realtà legata alla morte e alla fragilità della condizione umana. Invece chi crede che Gesù è Figlio di Dio, e quindi coglie che Lui è la luce, si apre a una dimensione altra, alla dimensione della vita eterna, che Gesù Risorto partecipa con la Sua vita risorta e con la Sua luce divina increata, a chiunque crede in Lui. Allora oggi non lasciamoci ingannare! Se Gesù ha acceso nel nostro cuore anche una piccola fiamma di fede, sappiamo che questa piccola fiamma è potenza contro il male! E’ vero che ci sono le tenebre, e sempre ci saranno nell’esistenza di ogni credente, ma non è vero che le tenebre hanno il potere su di noi, perché il senso del nostro stare al mondo è Cristo, che ci comunica la Sua luce, la fiamma della Sua intima unione con il Padre. Edith Stein, una filosofa ebrea, fino all’età di 30 anni completamente atea, battezzata all’età di 32 anni, monaca carmelitana di clausura e morta martire a 46 ad Auschwitz, tra i suoi tanti scritti, ha dichiarato, con una forza che ricalca l’annuncio evangelico di oggi, queste parole: “Non mi è mai piaciuto pensare che la misericordia di Dio si fermi ai confini della Chiesa visibile. Dio è la verità. Chi cerca la verità cerca Dio, che lo sappia o no“. E’ così: la verità è Cristo, è Lui la “Luce del mondo” che risplende negli uomini e nelle donne che cercano la verità, luce che squarcia i cieli e dona la vita, ancora oggi. Meditiamo il Vangelo:
Gv 8, 12-20
In quel tempo, Gesù parlò [ai farisei] e disse: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita». Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera». Gesù rispose loro: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove sono venuto e dove vado. Voi invece non sapete da dove vengo o dove vado. Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno. E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato. E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera. Sono io che do testimonianza di me stesso, e anche il Padre, che mi ha mandato, dà testimonianza di me». Gli dissero allora: «Dov’è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio». Gesù pronunziò queste parole nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com