La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio
Ecco il testo
Mc 6, 1-6
In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono. Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?”. E si scandalizzavano di lui. Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi, insegnando.
Il vangelo di oggi ci descrive la difficoltà degli abitanti di Nazareth ad accettare Gesù come profeta, messia e Figlio di Dio. Gesù, come è scritto sul testo, non si stupisce, gli dispiace, ma lo sa che i profeti in tutta la storia d’Israele vengono respinti e non ascoltati. Invece siamo noi oggi, a imparare qualcosa: quante volte pensiamo che chi ci parla di Dio deve essere in un certo modo, rispondere a certi criteri che noi pensiamo giusti? Quante volte ci facciamo un’idea di una persona per come si pone, per quello che dice, per quello che altri dicono di lui? Certo! E’ normale, ciò che ci raccontano di una persona non può e non deve lasciarci indifferenti, ma questo Vangelo ci insegna che non sempre quello che si dice, quello che si pensa, e neppure quello che si può intuire su una persona può darci una garanzia di verità su di lei. Nel Vangelo, lo leggiamo oggi, le persone più vicine a Gesù, i suoi parenti, la gente del suo villaggio non riusciva a capire il mistero di Dio che avvolgeva la persona di Gesù! Viene da chiederci: e chi mai può capire fino in fondo l’amore di Dio come agisce? La vita cristiana è fatta anche di fiducia verso le persone! Si racconta che le sorelle monache di Santa Teresa di Lisieux, monache anche loro nello stesso monastero di Teresa, dicevano che Teresa era una monaca normale, non una santa! Era stata la gente a richiedere al vescovo la canonizzazione di Teresina, non i suoi familiari: loro neppure avrebbero mai pensato che la piccola Teresa fosse mai stata una santa! E che dire di un altro santo che amo tantissimo: San Benedetto Giuseppe Labre, vissuto sulla strada come un barbone. Nessun vescovo della Chiesa di Roma di fine ‘700 avrebbe mai pensato che un barbone sarebbe diventato santo. E invece sì: Dio sconvolge i nostri criteri, eccede di bontà, di verità perché è l’ Unico che può guardare quello che noi non possiamo guardare: il cuore! Ecco allora che questo Vangelo è davvero prezioso per noi oggi, al di là della polemica tra cattolici e protestanti sulla reale esistenza o meno di fratelli e sorelle di Gesù (una polemica, appunto, rispetto alla verità profonda che questo Vangelo comunica). Questo Vangelo ci consegna il segreto per aprire la mente e il cuore: l’esempio di Gesù. Gesù non si chiude davanti ai giudizi degli altri, li accoglie, accoglie anche il rifiuto della sua persona, ma non per rattristarsi, non per tentare a tutti i costi di essere rivalutato dagli altri, ma per procedere, per camminare, per riprendere sempre il viaggio, con gioia, senza odio nel cuore! Con Gesù anche tu e io possiamo essere liberi, oggi, se decidiamo di consegnare a Lui ogni nostra chiusura, ogni nostra durezza e così cerchiamo di avere un pò più di fiducia negli altri, di accogliere di loro anche quello che non capiamo. Il Signore ci conceda di non essere noi di ostacolo per qualcun’altro, che non ci capiti di ostacolare Dio stesso, come è stato per gli abitanti di Nazareth quel giorno! Buona giornata!
* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.