La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno
Versione audio
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Versione testuale
IL VANGELO DEL GIORNO: sabato 21 settembre 2019
San Matteo evangelista e apostolo (f)
Nel Vangelo di oggi si racconta la chiamata di Matteo il pubblicano chiamato da Gesù, al suo seguito, e passato alla tradizione, poi, come apostolo ed evangelista. Il Vangelo infatti ci racconta che, dopo aver chiamato dei pescatori, gente onesta e lavoratrice, a un certo punto Gesù, passando, chiama un pubblicano. E poiché il pubblicano era considerato un peccatore, e trattato da tutti come un essere impuro, questo episodio della chiamata di Matteo ci fornisce dato molto importante non solo riguardo al seguito di Gesù, che appunto era abbastanza variegato ed era composto da persone di varia provenienza sociale e morale, ma anche riguardo al cuore di Gesù, alla sua libertà rispetto ai pregiudizi che normalmente si fanno sulle persone. Gesù è libero perché guarda il cuore della persona, e così facendo trasforma ciò che è considerato impuro, perché osservato da un sguardo impuro, in purezza di cuore, in autenticità e dono. Ecco allora che anche noi restiamo stupiti e ammirati da Gesù, che ci cambia il modo di vedere le cose, la realtà, le persone secondo i suoi criteri e non i nostri. Grazie anche al nostro coinvolgimento del cuore e dello sguardo in Gesù, anche per noi un uomo come Matteo passa dall’essere un uomo impuro, ad essere dono di Dio, segno della salvezza di Dio! E infatti il nome Matteo, viene dall’ebraico e significa proprio “dono di Dio“. Matteo è davvero un dono di Dio per tutti noi, perchè il miracolo della misericordia di Dio non avviene solo in Matteo, che pure deve convertire il suo cuore alla fiducia in se stesso e in Gesù, ma il miracolo della misericordia avviene anche in noi che oggi riceviamo, da questo annuncio del Vangelo, uno sguardo purificato dall’amore misericordioso di Dio. Certo, Matteo l’ha ricevuto come dono e di questo suo dono lui ci fa dono, attraverso la sua testimonianza. E anche se nel vangelo non ci sono trasmessi grandi particolari della sua chiamata, non è difficile capire che Matteo avesse lasciato il suo lavoro, la sua celebrità, con grande sacrificio, forse più degli altri apostoli. ma la libertà di Gesù fa di Matteo un uomo libero perchè Gesù gli fa il dono della chiamata e gli offre la possibilità di essere davvero se stesso, di cambiare quella vita triste e senza senso in una vita nuova, piena di gioia! Matteo è quindi dono di Dio perché ha ricevuto il dono della gioia di seguire Gesù, di cambiare vita, ma è dono di Dio anche perché ci fa dono della sua fiducia nella misericordia di Dio, grazie a lui oggi riceviamo un nuovo sguardo anche sulle nostre vite, riceviamo il dono di cambiare la mente, il cuore, la vita. Seguire Gesù non è un atto di volontà e neppure un’operazione di convenienza o un progetto che siamo chiamati a realizzare. Seguire Gesù, la testimonianza di Matteo ce lo dimostra, è compiere atti di fiducia totale e di affidamento concreto alla Misericordia di Dio. Confidare nella Misericordia e nell’amore del Padre, nonostante tutto. Allora oggi ci resti nel cuore il dono che è San Matteo per tutti noi, ci resti nel cuore la bellezza semplice della sua testimonianza in questo Vangelo! Preghiamo il Signore con fiducia e saremo salvati! Sediamo anche noi a mensa con i peccatori, impariamo a guardare il cuore, come fa Gesù e ripetiamo spesso, durante questa giornata, queste parole di sant’Agostino, cantore della Misericordia di Dio: “C’è una sola speranza, una sola fiducia, una sola promessa sicura: la Tua Misericordia, Signore!”
Mt 9,9-13
In quel tempo, Gesù passando, vide un uomo, seduto al banco delle imposte, chiamato Matteo, e gli disse: “Seguimi”. Ed egli si alzò e lo seguì. Mentre Gesù sedeva a mensa in casa, sopraggiunsero molti pubblicani e peccatori e si misero a tavola con lui e con i discepoli. Vedendo ciò, i farisei dicevano ai suoi discepoli: “Perché il vostro maestro mangia insieme ai pubblicani e ai peccatori?”. Gesù li udì e disse: “Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate dunque e imparate che cosa significhi: Misericordia io voglio e non sacrificio. Infatti non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori”.
Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.
La teologa Di Berardino gestito la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g
Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com