La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio
Ecco il testo
IL VANGELO DEL GIORNO: domenica 28 Aprile 2019
Domenica in Albis. Festa della Divina Misericordia.
Il vangelo di oggi, ottavo giorno dopo la Pasqua, ci propone l’apparizione ai discepoli e il caso di Tommaso. Ci troviamo la sera del terzo giorno dopo la morte di Gesù. Nonostante che I discepoli avessero saputo da Maria di Magdala che il sepolcro è vuoto, nonostante che Pietro e Giovanni avessero confermato le parole di Maria e Giovanni credette alla risurrezione, il cuore dei discepoli era ancora impaurito. Per questo Gesù prende l’iniziativa e viene a stare in mezzo a loro. Egli sa che solo Lui può riunire nel suo Shalom quelle persone deluse, divise e confuse. Così Gesù mostra loro le sue mani forate e il suo petto ferito. Poi fa un gesto, passato poi alla liturgia, che è quello di respirare forte e alitare sui discepoli. Con questo gesto, Gesù nel Vangelo trasmette loro il suo respiro, il suo soffio, il suo Spirito. E quel soffio del Risorto, effuso sui discepoli, diventa anche il loro respiro che è vita nuova, cioè misericordia! Questa domenica ci dona l’occasione di riflettere sugli effetti del Risorto in mezzo a noi: la pace, lo Spirito e il perdono dei peccati. Pace che viene da Dio, riconciliazione profonda che definisce la fraternità in Cristo; lo Spirito, soffio vitale di Dio che ci mette in comunione; il perdono dei peccati, forza per ricominciare le nostre relazioni spezzate e speranza per chi, come noi, si trova spesso a sbagliare. Tutto questo ce lo mostra questa apparizione a Tommaso. Egli pensa di dover toccare le piaghe di Cristo per credere davvero, e invece sarà il Risorto a toccare le ferite del suo cuore e a rimarginarle con la sua pace, con il suo Soffio e la sua misericordia. Lasciamoci toccare anche noi oggi, profondamente, perché anche noi possiamo riconoscere Gesù risorto, nonostante tutte le nostre ferite. Che in questa santa domenica possiamo anche noi, con Tommaso esclamare: “Mio Signore e mio Dio!”. In questa domenica i battezzati deponevano la veste bianca del battesimo e la comunità cristiana entra in una fede nuova, rinnovata dal dono della fede dei neofiti. Questa fede che si rinnova con la vita nuova dei credenti ci conferma la speranza di un amore eterno, che sa vedere nelle piaghe la prova che Gesù è veramente risorto! Buona Domenica in Albis, in cui possiamo fare esperienza della Divina Misericordia!
Gv 20, 19-31
La sera di quello stesso giorno, il primo dopo il sabato, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Detto questo, mostrò loro le mani e il costato. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi». Dopo aver detto questo, alitò su di loro e disse: «Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi non li rimetterete, resteranno non rimessi». Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. Gli dissero allora gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il dito nel posto dei chiodi e non metto la mia mano nel suo costato, non crederò». Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, si fermò in mezzo a loro e disse: «Pace a voi!». Poi disse a Tommaso: «Metti qua il tuo dito e guarda le mie mani; stendi la tua mano, e mettila nel mio costato; e non essere più incredulo ma credente!». Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!». Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com