La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno
Versione audio
Versione testuale
IL VANGELO DEL GIORNO: giovedì 12 settembre 2019
S.S. Nome di Maria (mf)
Il vangelo di oggi presenta la seconda parte del “Discorso della Pianura”, che Gesù ha iniziato ieri. Ieri, con la prima parte del discorso, Gesù, guardando negli occhi i suoi discepoli, indicava loro due modalità di vivere il suo insegnamento. Oggi, nella seconda parte, Gesù allarga lo sguardo verso tutti coloro che lo ascoltano: i poveri, i malati, i sofferenti. E quì ci siamo dentro tutti, perché la sofferenza, la povertà e le malattie, siano esse fisiche o psicologiche o spirituali, nella vita le portiamo tutti, chi più chi meno. Allora oggi il vangelo ci offre un percorso interessante per vivere da cristiani, nonostante le difficoltà o le ingiustizie che ci troviamo a portare nella vita. Per vivere da cristiani allora, il Vangelo ce lo dice in modo esplicito, è necessario innanzi tutto amare i nemici, cioè custodire nel cuore una benevolenza e uno sguardo positivo soprattutto verso chi ci fa del male; inoltre è importante non maledire, cioè fare attenzione alle parole che usiamo soprattutto quando parliamo di chi ci ha ferito o ci ha fatto soffrire. Tutti possiamo comprendere, perché questo si vive spesso, che quello che diciamo in un momento di sofferenza o di rabbia, spesso non corrisponde a quello che sentiamo davvero nel cuore verso la persona che ci fa soffrire perché in realtà le ferite più dolorose, ci vengono inflitte dalle persone che amiamo di più, non da quelle che conosciamo appena. E’ per questo che Gesù ci esorta a dire bene di chi ci ha fatto soffrire: dire il male farebbe male anche a noi e non ci permetterebbe di riandare al cuore della relazione, che è l’amore, l’amicizia. Le parole di Gesù, quindi, non ci dicono quello che dobbiamo o non dobbiamo fare in certe situazioni, ma ci indicano come custodire il cuore e preoccuparsi che il cuore, la relazione, non diventi totalmente malata, anche se resta ferita. Così, quando il cuore resta nel desiderio di custodire l’altro nel bene, di fatto “porgiamo l’altra guancia”, perché agiremo in modo diverso da chi ci ha fatto del male e ci accorgeremo che il vangelo coinvolge in modo graduale la nostra persona in una dinamica che ci porta ad amare nella verità: parti dal cuore, dall’amore o dall’amicizia, dalla relazione che ti lega all’altro, anche se ti si è rivolto come un nemico. Poi metti in gioco le parole giuste, non quelle di condanna per il male, nè quelle di giustificazione del tuo dolore, ma quelle che descrivono la bellezza di quella relazione. Poi agisci: non potrai che compiere un gesto di gentilezza che disarma chi ti ha ferito. Questo è il percorso che la vita cristiana compie in noi: un cambiamento del profondo che umanamente non riusciamo a realizzare! Ma le parole di Gesù, in questo Vangelo, ci donano la grazia di purificare il nostro cuore, perché l’odio sporca il cuore, acceca lo sguardo, distorce le parole. Per questo oggi facciamo attenzione al cuore, prendiamoci cura di custodire un cuore puro nella bellezza delle relazioni che abbiamo costruito nella vita, anche quelle che ci hanno fatto soffrire. Cerchiamo la purezza del cuore, invochiamo a Maria, oggi, giorno in cui facciamo memoria del suo nome. Lei ci aiuti a custodire la purezza delle nostre relazioni, a non sporcarle con il male che ci provochiamo gli uni gli altri. Ci renda, come lei, strumenti di perdono e di riconciliazione e ci faccia gustare la bellezza di vivere come fratelli e sorelle benedetti e amati da Dio. Ascoltiamo le parole del Vangelo.
Lc 6, 27-38
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “A voi che ascoltate, io dico: Amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, benedite coloro che vi maledicono, pregate per coloro che vi maltrattano. A chi ti percuote sulla guancia, porgi anche l’altra; a chi ti leva il mantello, non rifiutare la tunica. Da’ a chiunque ti chiede; e a chi prende del tuo, non richiederlo. Ciò che volete gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro. Se amate quelli che vi amano, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se fate del bene a coloro che vi fanno del bene, che merito ne avrete? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro da cui sperate ricevere, che merito ne avrete? Anche i peccatori concedono prestiti ai peccatori per riceverne altrettanto. Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell’Altissimo; perché egli è benevolo verso gl’ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio”.
Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.
La teologa Di Berardino gestito la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g
Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com