La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio
Ecco il testo
IL VANGELO DEL GIORNO: martedì 7 Maggio 2019
“Quale opera compi?” Quante volte chiediamo a Dio quello che vogliamo noi e, come lo vogliamo noi! Eppure Dio sceglie il modo più accessibile per farci entrare in comunione con Lui. Spesso, però, non ce ne accorgiamo, e, lì dove invece ce ne rendiamo conto, come fa la folla ai tempi di Gesù, ci poniamo tante questioni. E’ così: davanti al dono della vita eterna che ci nutre di Dio in questa vita, siamo tutti un pò storditi. Ora, se Gesù si definisce “pan della vita” è perché questo alimento, il pane, è un alimento completo non magari biologicamente, ma per il modo in cui viene offerto, per il modo in cui viene lavorato, impastato, lasciato lievitare, infornato, e, alla fine spezzato per essere condiviso tra i commensali. Questo fa del pane un alimento carico di valore simbolico, tanto che gli antichi, i contemporanei di Gesù, comprendevano molto meglio di noi che essere il “pan della vita” significa fare di sé un’offerta condivisa a tutti per essere consumata da tutti. Questo pane allora non è un pane della terra, ma è il “pan del cielo“, venuto dall’alto, perché è dono offerto e consumato e che, in questo dono totale di sé, garantisce la vita eterna. E’ il dono della vita di Gesù che vince la morte e dà la possibilità a ciascuno di noi di entrare in comunione col principio eterno della vita. E qual è il principio eterno della vita? La totale gratuità, che è in Gesù, nel Figlio di Dio! Forse anche noi, allora, come questa folla, riusciamo a capire che esiste un pane che viene dal cielo. La Bibbia ci attesta che gli antichi ebrei hanno mangiato un pane che veniva dal cielo nel loro cammino verso la Terra Promessa. Attraverso il pane che veniva dal cielo essi furono salvati dalla fame quando camminavano nel deserto, però forse quello che non comprendiamo fino in fondo, ma questo forse non lo comprendevano neppure i contemporanei di Gesù, è il mistero di quel pane che ci rende capaci di portare la vita di Dio in noi! Questo pane che ci rende dono, gratuità, giorno per giorno, come lo è stato il Figlio di Dio per il Padre e per ciascuno di noi. Non è difficile mangiare il pane, difficile è accogliere il nutrimento profondo, spirituale, sacramentale del pane della vita, del pane che ci fa eucaristia! Ci vuole la fede nel Risorto, nella vita eterna, per vivere una vita sostenuta dal pane eucaristico, una vita che si lascia assimilare da quel movimento di gratuità che il pane del cielo custodisce e che, nello stesso tempo, comunica. Si mangia il pane del cielo se si accetta di credere in Gesù Risorto e vivo e se si decide nel cuore di prendere parte alla Sua vita di Risorto in noi. Per questo Gesù è alimento vero, per questo diciamo che il suo corpo ci nutre, che sostiene la nostra vita e la nostra testimonianza di fede. Nell’eucaristia gustiamo già da oggi l’eternità! Cerchiamo allora di cogliere nelle piccole gioie che vivremo in questo giorno, il buon sapore del pane vero che viene dal cielo e che dà vita al mondo! Ascoltiamo il Vangelo:
Gv 6, 30-35
In quel tempo, la folla disse a Gesù: “Quale segno tu fai perché vediamo e possiamo crederti? Quale opera compi? I nostri padri hanno mangiato la manna nel deserto, come sta scritto: Diede loro da mangiare un pane dal cielo”. Rispose loro Gesù: “In verità, in verità vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio è colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo”. Allora gli dissero: “Signore, dacci sempre questo pane”. Gesù rispose: “Io sono il pane della vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete”.
* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.
Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com