IL VANGELO DEL GIORNO: martedì 7 Aprile 2020
Martedì santo
Gv 13,21-33
In quel tempo, mentre Gesù era a mensa con i suoi discepoli, si commosse profondamente e dichiarò: “In verità, in verità vi dico: uno di voi mi tradirà”. I discepoli si guardarono gli uni gli altri, non sapendo di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece un cenno e gli disse: “Di’, chi è colui a cui si riferisce?” Ed egli reclinandosi così sul petto di Gesù, gli disse: “Signore, chi è?” Rispose allora Gesù: “È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò”. E intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda Iscariota, figlio di Simone. E allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gesù quindi gli disse: “Quello che devi fare fallo al più presto”. Nessuno dei commensali capì perché gli aveva detto questo; alcuni infatti pensavano che, tenendo Giuda la cassa, Gesù gli avesse detto: “Compra quello che ci occorre per la festa”, oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Preso il boccone, egli subito uscì. Ed era notte. Quand’egli fu uscito, Gesù disse: “Ora il Figlio dell’uomo è stato glorificato, e anche Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete, ma come ho già detto ai Giudei, lo dico ora anche a voi: dove vado io voi non potete venire”. Simon Pietro gli dice: “Signore, dove vai?” Gli rispose Gesù: “Dove io vado per ora tu non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi”. Pietro disse: “Signore, perché non poso seguirti ora? Darò la mia vita per te!” Rispose Gesù: “Darai la tua vita per me? In verità, in verità ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m’abbia rinnegato tre volte”.
Siamo al terzo giorno della Settimana Santa. I testi del vangelo di questi giorni ci mettono dinanzi a fatti terribili che condurranno alla prigione ed alla condanna di Gesù. Tutto si riversa contro Gesù: non solo le decisioni delle autorità religiose e civili, ma, oggi lo consideriamo, anche i discepoli, che vengono confusi e tentati. E mentre Gesù si prepara a vivere la sua consegna, mentre si preoccupa di lasciare ai suoi discepoli il gesto dell’amore che racchiude poi il senso del servizio e di dono totale di sé, che sia nel segno della lavanda dei piedi o che sia nel segno del pane spezzato e del vino versato, in quella stessa notte in cui consegna la sua vita, Gesù annuncia ai suoi discepoli di sapere che accanto a lui, uno di loro, uno che lo aveva seguito fino a Gerusalemme, fino a quel momento, stava tramando per tradirlo quella stessa notte. Il testo ci trasmette tutto il dolore di Gesù, anche umano, del tradimento che subisce, ce lo trasmette attraverso questa epressione che indica tutto il fremito interiore di Gesù: “si commosse profondamente“, ci informa il testo. Ed è interessante che di fronte a questa dichiarazione i discepoli reagiscono con una certa agitazione: non si aspettavano il tradimento. E Gesù svela ciò che è nascosto, fa uscire alla luce non tanto il traditore, di cui non fa nemmeno il nome, ma fa emergere questa confusione che era nei cuori di ciascuno dei suoi seguaci. Gesù li ha chiamati amici, ma l’amicizia tra di loro non aveva raggiunto questa trasparenza di Gesù con loro. Nessuno di loro sapeva chi fosse il traditore e non percepirono nulla di speciale nel gesto e nelle parole di Gesù in quell’occasione, perché, lo dice il testo, Giuda aveva la cassa comune e la sua uscita sembrava come necessaria per dare l’elemosina ai poveri o comprare il necessario per festeggiare la Pasqua. Nessuno sa che Giuda avrebbe tradito Gesù, ma Giuda sa che Gesù sapeva tutto. E la cosa stupenda di questo testo così drammatico è che Gesù lascia il discepolo nella libertà di andare fino in fondo nel suo tradimento: lo rispetta, non lo ferma, non lo minaccia. Giuda tradisce, in piena coscienza. Perciò il Vangelo ci conferma che Satana entrò in lui. Allora,, da questo momento, decisivo per Gesù, sente che la sua ora è arrivata: resta fedele alla sua missione, prepara la Sua consegna al Padre e agli uomini. Resterà fedele, nell’amore, nonostante tutto, fino alla fine. E il dialogo con Pietro, che conclude questo testo, ci mostra proprio la grandezza di questa fedeltà, di fronte al tradimento di Giuda e anche di Pietro, di fronte alla confusione di tutti gli altri discepoli. La fedeltà di Dio nel buio della notte, che invade le coscienze e che circonda la luce di Dio che si manifesta, che splende, è un dono che si riceve dall’alto. Questa fedeltà è un dono che viene dall’amore, e non dalla volontà umana. Questo ci mostra il diaolgo tra Gesù e Pietro, che chiude il testo. Allora manca poco alla Passione di Gesù, alla Sua Pasqua, ce ne accorgiamo da questo testo! Manca poco! Chiediamo al Signore il dono di restare con Lui in questo isolamento che stiamo vivendo in questi giorni. Che il Signore ci renda degni della Sua Pasqua! Buona giornata!