Il VANGELO DEL GIORNO: sabato 5 ottobre 2019
Santa Faustina Kowalska
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Il vangelo di oggi ci racconta il ritorno dalla missione dei 72 discepoli, che Gesù aveva inviato. Tornano con successo e testimoniano che i demoni si sottomettono al potere del nome di Gesù. Però il vangelo ci racconta che Gesù dice loro che la loro gioia non sta nella testimonianza missionaria in sé, ma nell’essere stati conosciuti e amati da Dio. E’ importante che Gesù abbia sottolineato questo, perché, Gesù quì non sta spegnendo l’entusiasmo missionario dei discepoli, al contrario! Sta alimentando nei loro cuori l’entusiasmo della missione, radicandolo profondamente nel cuore del Padre. E’ importante che i discepoli arrivino a gioire non solo per ciò che Dio sa fare perché è Dio, ma per ciò che Dio sa fare perché è nostro Padre! Così oggi anche noi, insieme ai 72 discepoli, comprendiamo che il successo nella missione non è dovuto alla manifestazione della forza di un Dio che ha il potere su tutto, e quindi anche sul male, perchè in questa manifestazione di potenza non c’è nulla di strano, per quanto essere vincitori su Satana ci possa emozionare ed entusiasmare, se ci pensiamo bene, nella missione il successo sullo spirito di morte e sulle tenebre del peccato è qualcosa di scontato! Noi siamo certi che Dio ha in mano le nostre vite, la storia del mondo, ma anche delle persone che ci mette davanti! Lui è il Signore della nostra evangelizzazione, della nostra testimonianza cristiana! Perciò è troppo scontato: a che serve rallegrarsi quando vinciamo in una gara in cui siamo in due e l’altro è stato già squalificato in partenza!! La gioia c’è, ma non è poi così eclatante, visto che Gesù ha vinto la morte e ha vinto Satana e quindi nel Suo Nome siamo più che vincitori. Che noi cristiani vinciamo il potere del Diavolo è normale! Noi portano il sigillo di Cristo stampato sol fuoco dello Spirito nella profondità del nostro cuore. Perciò oggi il Vangelo ci insegna che il vero successo della nostra missione non sta nemmeno nelle nostre parole di testimonianza, ma sta invece nella scelta che Dio ha fatto nel Suo cuore per ciascuno di noi, nella Sua iniziativa di farci parteciapre al Suo trionfo sul male. E c’è una precedenza di gioia che deve essere data non a ciò che Dio può fare in sè, cioè quello che può fare anche senza di noi, ma per quello che Lui ha deciso di fare in noi e attraverso di noi. Allora la missione non è vivere una serie infinita di successi, ma contemplare costantemente le opere meravigliose di un Dio che è Padre, è Padre che ama tutti i suoi figli, e che perciò ci mette sul cammino delle persone perché insieme possiamo riconoscere la Sua amorevole paternità, la sua Misericordia infinita per tutti gli uomini e le donne che abitano la terra. La santa che oggi ricordiamo, santa Faustina Kowalska, è stata una suora polacca che ha vissuto ogni giorno in uno stato di grazia incredibile: vedeva Gesù, lo vedeva! Gesù stava molto tempo a parlare con lei, le consigliava cosa fare, anche le più piccole cose!! E questa santa viene venerata in tutto il mondo come l’Apostola della Divina Misericordia. Nel suo Diario Gesù la chiama “Segretaria della Divina Misericordia”. Non fu proprio una donna felice, nel suo convento trovò grandi ostilità e soffrì molto, anche a causa della gelosia delle altre suore, però lei rispondeva sempre con amore e col sorriso, anche se la facevano soffire. Sapeva che Gesù le aveva dato una missione e che con Gesù non ci sono mai sconfitte nell’amore. In un passo del suo diario scrive: “Gesù mi rivolse la parola: “Mia discepola, devi nutrire un grande amore per coloro che ti affliggono; fa’ del bene a quelli che ti vogliono del male”. Risposi: “Mio Maestro, vedi bene che non sento per essi alcun amore, e ciò mi addolora”. Gesù rispose: “Il sentimento non è sempre in tuo potere. Riconoscerai d’avere amore quando, dopo aver ricevuto ostilità e dispiaceri, non perderai la pace, ma pregherai per quelli che ti fanno soffrire e desidererai per essi il loro bene”.
Lc 10, 17-24
In quel tempo, i settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: “Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli disse: “Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demoni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli”. In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: “Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non lo udirono”.