IL VANGELO DEL GIORNO: martedì 29 ottobre 2019
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Oggi il vangelo ci mostra due indicazioni importanti per capire come discernere il Regno di Dio che si compie in mezzo a noi. Il testo offre due paragoni, due similitudini, per poterci insegnare a discernere, cioè a capire come percepire la realtà nascosta del Regno di Dio che vive oggi in noi e intorno a noi. La prima similitudine è tra il Regno di Dio e un seme quasi invisibile, quello di senape appunto, che vive una storia “in crescendo”: gettato a terra muore, poi nel tempo cresce senza far rumore, fino a diventare un grande albero. Questo vuol dire che io e te possiamo imparare a discernere se un’intuizione, un desiderio che portiamo nel cuore, vengono da Dio oppure no. Il criterio è semplice: se il nostro desiderio viene da Dio, niente e nessuno potrà fermarlo. Morire a se stessi, essere pronti a rinunciare a tutto per qualcosa o per qualcuno che si ama, sviluppa sempre una storia “in crescendo”. Se il desiderio che abbiamo nel cuore viene da Dio, forse non si realizza nel modo in cui vogliamo noi, ma comunque si realizza. Anzi, non solo si realizza, ma si amplifica!si estende alla misura del Regno di Dio! Infatti, nella misura in cui abbiamo saputo sperare, lottare, e a volte anche soffrire, il desiderio di Dio in noi si compie sempre in modo amplificato, supererà sempre le nostre richieste e le nostre aspettative perchè il Regno di Dio vive in noi e attraverso di noi si amplifica si dilata! E questo lo comprendiamo bene anche nella seconda similitudine che ci illustra Gesù: il lievito che viene inserito in tre moggi di farina. Nella cultura ebraica il lievito, nel contesto simbolico rituale, è assimilato alla corruzione e al peccato, che è capace di far gonfiare di aria e di vanità l’uomo e il suo lavoro. E’ noto che prima della festa di Pasqua gli Ebrei vivono la così detta “settimana degli azzimi”, in cui si devono eliminare ogni traccia di lievito in casa, affinchè la Pasqua sia celebrata con purezza, senza vanità. Ecco, potremmo chiederci: perché Gesù spiega ai suoi contemporanei il Regno di Dio ricorrendo all’elemento simbolico negativo del lievito? Se ci facciamo caso Gesù nella prima similitudine Gesù ci ha rivelato che il Regno di Dio è una realtà che dilata la nostra aspettativa, il nostro desiderio, ma in questa seconda similitudine intende proprio spiegare come si realizza questa dilatazione del desiderio, cosa la provoca. Ecco perché ci parla di lievito! Gesù ci dice che il lievito, cioè la vanità del Male, a sua natura vuota di senso, può produrre questo allargamento, questa dilatazione del desiderio di bene che è in ogni uomo, se esso viene mescolato a tre moggi di farina. E noi sappiamo che la farina non è un elemento preso a caso. La farina si ricava da chicchi di grano che vengono macinati. E la farina produce il pane, che è il simbolo del dono della vita di Cristo per noi credenti, si ottiene proprio mescolando farina e lievito. Inoltre, in questo mescolarsi dei due alimenti, ciò che sparisce è sicuramente il lievito, mentre l’impasto diventa qualcosa di diverso dal lievito e dalla farina, è qualcosa di nuovo! Ecco allora che il Vangelo oggi ci mostra che solo macinando, cioè riducendo in polvere, le nostre visioni del mondo, i nostri criteri di valutazione di noi stessi, le nostre posizioni di comodo, possiamo produrre la farina che farà sparire il lievito e lo trasformerà in pane. Meno lavoro di macinazione c’è in noi stessi, più il male prende spazio e ci gonfia di aria, cioè di niente! Allora questo è il principio del discernimento: capire che ci vuole una giusta dose di farina, cioè di riduzione delle nostre illusioni e dei nostri giudizi, per poter far sì che anche il male possa essere riscattato e ci torni utile alla realizzazione del Regno di Dio. Chiediamo allora oggi che abbiamo la forza e la grazia di metterci davanti al Signore nella verità, perché qualcosa dei nostri criteri e delle nostre vanità diventi farina, polvere capace di nascondere il lievito e perciò di costringerlo a diventare pane, a diventare dono, così che il Regno di Dio si dilati in noi e attraverso di noi. Signore, Tu puoi fare tutto. Noi crediamo che, come ci dice San Paolo, “tutto concorre al bene di coloro che amano Dio”, tutto! anche il male che ci minaccia dentro, perché tu sei colui che ci rende capaci di mettere farina e trasformi in noi il male in bene. Tu sei il Salvatore di tutto in noi. Vieni oggi a compiere la Tua opera di salvezza e fa che il Tuo Regno si espanda in noi, nella fede, anche in mezzo alle contraddizioni che vivremo oggi.
Lc 13, 18-21
In quel tempo, Gesù diceva: “A che cosa è simile il regno di Dio, e a che cosa lo rassomiglierò? È simile a un granellino di senapa, che un uomo ha preso e gettato nell’orto; poi è cresciuto e diventato un arbusto, e gli uccelli del cielo si sono posati tra i suoi rami”. E ancora: “A che cosa rassomiglierò il regno di Dio? È simile al lievito che una donna ha preso e nascosto in tre staia di farina, finché sia tutta fermentata”.