La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio
Ecco il testo
IL VANGELO DEL GIORNO: mercoledì 26 Giugno 2019
Il Vangelo di oggi ci dona l’opportunità di riflettere su quello che la tradizione cristiana chiama il “discernimento degli spiriti“. Ieri il vangelo ci ha introdotto alla coscienza della necessità di chiedere al Signore il dono della prudenza e del discernimento per poter scegliere ogni giorno la vita. Oggi il Vangelo ci consegna altri consigli per poter applicare alla nostra vita quotidiana il dono del discernimento che ci serve per capire come possiamo scegliere la vita e lavorare per la nostra felicità, facendo anche felici gli altri, ogni giorno. Ed ecco che, dunque, oggi, vediamo Gesù che mette in guardia i suoi amici dai falsi profeti. Insegna loro a non lasciarsi ingannare dalle apparenze, ma a cogliere in profondità l’azione dello Spirito Santo nelle situazioni, negli aiuti che possiamo darci l’un l’altro, perché l’opera del Signore non è solo un’azione di superficie, ma scava nel profondo e ci unisce, in profondità a Lui. Cogliere la profondità che ci mette tutti in comunione significa vivere la profezia di Dio, non realizzare le nostre ambizioni. Per questo ci vuole discernimento e per questo Gesù offre un criterio fondamentale per ben discernere la qualità profetica della nostra vita: “un albero si riconosce dai frutti“, questo ci dice oggi. Si tratta di un criterio che fonda il discernimento: se dentro di me c’è amore, chi è vicino a me riceverà amore; se dentro di me c’è invidia, chi è vicino a me riceverà, prima o poi, invidia! Per sapere cosa c’è dentro il nostro cuore, ci dice il Vangelo oggi, a volte, basta vedere quale frutto permettiamo che nasca dalla pianta della nostra esistenza! La profezia di Dio sulla nostra esistenza è che ciascuno di noi possa portare frutto, però il frutto che vogliamo portare dipende anche da noi! Chiediamo allora a Gesù che ci doni di capire cosa c’è nel nostro cuore, di farci vedere cosa offriamo di profondo, di vero, di bello a chi ci vive accanto, perché la nostra vita possa mostrare la qualità profetica che Cristo ci ha consegnato nel battesimo che abbiamo ricevuto. E per la preghiera di oggi ci viene in aiuto San Josè Maria Escrivà, prete, fondatore dell’Opus Dei, uno dei primi movimenti laicali che ha riscontrato più seguaci nel mondo, a oggi. E’ il santo che oggi la liturgia ci propone di ricordare, e ho scelto di concludere questo commento con un estratto di una sua celebre omelia pronunciata nel campus dell’Università di Navarra. Ecco le sue parole: “Siatene pur certi figli miei: qualsiasi specie di evasione dalle realtà oneste di tutti i giorni significa per voi, uomini e donne del mondo, il contrario della volontà di Dio (…). Dio vi chiama per servirlo nei compiti e attraverso i compiti civili, materiali, temporali della vita umana. (….) Sappiatelo bene: c’è un qualcosa di santo, di divino, nascosto nelle situazioni più comuni, qualcosa che tocca a ognuno di voi scoprire”. Ci aiuti allora lo Spirito Santo e la preghiera di San Josè Maria Escrivà a farci scoprire cosa c’è di santo in noi, nel nostro cuore, nelle nostre relazioni e in tutto quello che vivremo oggi.
Mt 7, 15-20
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: “Guardatevi dai falsi profeti che vengono a voi in veste di pecore, ma dentro sono lupi rapaci. Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dalle spine, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni. Ogni albero che non produce frutti buoni viene tagliato e gettato nel fuoco. Dai loro frutti dunque li potrete riconoscere”.
* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.
La teologa Di Berardino gestito la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g
Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com
Brava Giulia a. San Josemaria ha insegnato a vivere radicalmente il Vangelo, senza etichette, senza clericalismo, in ogni circostanza, con qualunque persona di buona volontà. Non vi è nulla oggi di più radicale e autentico nella Chiesa.