IL VANGELO DEL GIORNO: sabato 16 novembre 2019
Nel vangelo di oggi Gesù racconta la parabola della vedova che scomoda il giudice per ottenere giustizia. L’introduzione alla parabola già spiega il senso delle parole di Gesù. Infatti il testo inizia così: “In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi“. Si tratta quindi di “pregare senza stancarsi”. A questa affermazione, è inevitabile che segua il nostro interrogativo: come facciamo a pregare senza stancarci? Si tratta di un’esortazione ricorrente nella Scrittura, anche l’apostolo Paolo in diverse lettere scritte da lui, 1 Tes 5,17; Rom 12,12; Ef 6,18 ci parla proprio di questo tema. Questo ci mostra che la preghiera insistente e senza stanchezza, cioè senza cadere nella sfiducia, è una caratteristica propria del Cristianesimo. Questa vedova importuna e molesta, allora, è per noi un grande esempio! Se ci fermiamo un attimo a guardarla, ci viene subito in mente una beatitudine di Gesù: “beati coloro che hanno fame e sete di giustizia, perchè saranno saziati“. E’ evidente infatti in questo Vangelo che la beatitudine di questa donna, la forza della sua insistenza, la radice della sua forza, non sta nelle sue abilità, né nelle sue qualità morali o intellettuali, ma sta proprio nel chiedere con insistenza la giustizia. Alla fine della parabola, infatti, Gesù non conclude l’episodio, ma pone una domanda aperta che attraverserà i secoli e la storia: “Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”. Una grande questione, che mette in relazione tre temi: la fine dei tempi, la vigilanza e la pratica della giustizia. Fermiamoci, come ci chiede oggi questa parabola, sulla giustizia. La giustizia è una virtù che, lo sappiamo tutti, non sempre si ottiene facilmente e investe una serie di fattori che la rendono molto complessa nella sua realizzazione. Lo vediamo nella parabola! Non sempre è possibile essere dichiarati giusti, anche se compiamo opere buone o con retta coscienza, ci sono interessi economici e personali, che molto spesso ci impediscono di ottenere giustizia, perché il giudizio da cui dipende anche la giustizia che desideriamo, non sempre è decretato in base alle nostre intenzioni e alla nostra coscienza personale. Allora ecco che oggi il Vangelo ci mostra una nuova via per praticare la giustizia. Quando non basta far riferimento alla nostra coscienza e alla nostra rettitudine di intenzione, quando ci sono questioni più grandi di noi che non dipendono dalle nostre scelte, possiamo fare come questa donna: pregare con insistenza! E questa fame e sete della giustizia che Dio ci mette nel cuore è una beatitudine, perché ci mantiene in atteggiamento vigile davanti a Dio e davanti agli uomini, fino alla fine dei tempi. Allora comprendiamo che questa vedova è un pò l’immagine di ciascuno di noi, della Chiesa intera, che, nella preghiera, è spinta a chiedere giustizia per tutti. Il Vangelo allora oggi ci fa capire che anche io e te oggi dovremmo essere spinti a chiedere giustizia a Dio! Io e te, come questa vedova, dovremmo sentire fame e sete di giustizia per tanti che non conoscono Dio, perché la giustizia che Dio ci mette nel cuore non è la richiesta di cose materiali o di diritti personali, che pure potrebbe essere una nobile ispirazione, ma è la giustizia che ci rende beati, cioè la giustizia della Salvezza di Dio! La salvezza di Dio infatti è per tutti! Nel Libro degli Atti degli Apostoli 10, 34-35, San Luca scrive: “Pietro allora prese la parola e disse: «In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenza di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga. Questa è la Parola che egli ha inviato ai figli d’Israele, annunciando la pace per mezzo di Gesù Cristo: questi è il Signore di tutti.” Ecco allora che cos’è la preghiera cristiana: essere appassionati per la giustizia di Dio, cioè crescere nel desiderio che tutti possano vedere la Salvezza di Dio. Allora oggi iniziamo questo giorno pregando con fede una delle preghiere che secondo me è tra le più belle che sono state scritte nella Bibbia, nei primi versetti del Libro del profeta Isaia, al capitolo 62: “Per amore di Sion non tacerò, per amore di Gerusalemme non mi darò pace, finché non sorga come stella la sua giustizia e la sua salvezza non risplenda come lampada. Allora i popoli vedranno la tua giustizia, tutti i re la tua gloria; ti si chiamerà con un nome nuovo che la bocca del Signore indicherà. Sarai una magnifica corona nella mano del Signore, un diadema regale nella palma del tuo Dio. Nessuno ti chiamerà più Abbandonata, né la tua terra sarà più detta Devastata, ma tu sarai chiamata Mio compiacimento e la tua terra, Sposata, perché il Signore si compiacerà di te e la tua terra avrà uno sposo. Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposerà il tuo signore; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te. Sulle tue mura, Gerusalemme, ho posto sentinelle; per tutto il giorno e tutta la notte non taceranno mai. Voi, che rammentate le promesse al Signore, non prendetevi mai riposo e neppure a lui date riposo, finché non abbia ristabilito Gerusalemme e finché non l’abbia resa il vanto della terra.” Ecco, con questa speranza gioiosa che il Signore ci mette nel cuore, ascoltiamo il testo del Vangelo:
Lc 18,1-8
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi: “C’era in una città un giudice, che non temeva Dio e non aveva riguardo per nessuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé. Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi”. E il Signore soggiunse: “Avete udito ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà giustizia ai suoi eletti che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà a lungo aspettare? Vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”