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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno

Versione audio

https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g/videos

Versione testuale

IL VANGELO DEL GIORNO: mercoledì 25 settembre 2019 

Il vangelo di oggi ci parla della missione, dell’invio missionario. Sono parole piene di speranza quelle che ascoltiamo in questo vangelo, parole che si compiono per la fiducia di Gesù in uomini semplici, fragili. E la fiducia di Gesù rende capaci queste persone di fare quello che solo Lui potrebbe fare: scacciare i demoni, curare le malattie e annunciare il Regno di Dio. Quanto è grande questo mistero di partecipazione alla missione di Dio che Gesù affida ai Dodici e, attraverso di loro, a ciascuno di noi! Se ci fermiamo a riflettere un attimo su questo invio dato da Gesù ai suoi amici, ci accorgiamo che la missione, e quindi l’evangelizzazione della Chiesa, non è una propaganda, non è pubblicità, ma è soprattutto un mistero da contemplare, un mistero che contiene, anzi, è preceduto da una chiamata: “chiamò i didici a sè“, ci testimonia il Vangelo. Ed è così: non esiste una missione cristiana, senza una relazione con Cristo.  Se prima non si prende il tempo per stare con Gesù, per ascoltare la Sua voce nel cuore, nel silenzio, se non ci si immerge nella tenerezza di Dio, non si può pretendere di evangelizzare. Per portare la gioia del vangelo, per essere luce che brilla nelle tenebre, oggi il Vangelo ce lo conferma in modo chiaro, bisogna prima imparare lo stile di Gesù, che è la povertà cioè l’arte di lasciarsi amare da qualcuno, di farsi portare, di fidarsi, di affidarsi, un’arte preziosa che ci rende tanto amabili da generare carità nel cuore, gli uni verso gli altri, perché tutti siamo poveri in qualcosa. Questo è annunciare la Buona Novella, questo è guarire il cuore dalle malattie, quelle vere! Una santa molto cara a tutti, amata da ogni cultura e da ogni popolo della terra, Madre Teresa di Calcutta, ha lasciato un segno particolare nel mondo proprio vivendo lo stile della povertà di Gesù. Ecco, lascio alle sue parole, la spiegazione di questo Vangelo che ascoltiamo. Parlando dell’ordine che stava fondando, la santa, un giorno, disse: “Noi scegliamo liberamente di essere poveri come i poveri, in modo da poter comprendere la loro povertà. La povertà, per noi, è la libertà di servire i più poveri tra i poveri. E per questo abbiamo bisogno di una vita di preghiera, per essere capaci di vedere Cristo sotto le sembianze del volto sfigurato dei poveri. Non riteniamo che sia una perdita di tempo spendere l’intera nostra vita sfamando gli affamati, vestendo gli ignudi, assistendo i malati, dando una casa ai senza tetto, insegnando agli ignoranti, amando chi non è amato, accettando chi non è voluto, perché Gesù ha detto: ‘Voi l’avete fatto a me’”. Ma la malattia più grave, oggi, non è la lebbra o la tubercolosi, è la solitudine, il sentirsi ignorati, non amati, non voluti. Questa è la causa di tanti disordini, divisioni e guerre che oggi ci affliggono. Per questo, tutti dovremmo diventare missionari della carità e portare l’amore di Cristo prima di tutto nella nostra famiglia e poi al vicino, così da estendere la pace in tutto il mondo”. E dopo le parole di Madre Teresa, ascoltiamo e meditiamo la missione che Gesù ci dona, ancora oggi.

Lc 9,1-6

In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e diede loro potere e autorità su tutti i demoni e di curare le malattie. E li mandò ad annunziare il regno di Dio e a guarire gli infermi. Disse loro: “Non prendete nulla per il viaggio, né bastone, né bisaccia, né pane, né denaro, né due tuniche per ciascuno. In qualunque casa entriate, là rimanete e di là poi riprendete il cammino. Quanto a coloro che non vi accolgono, nell’uscire dalla loro città, scuotete la polvere dai vostri piedi, a testimonianza contro di essi”. Allora essi partirono e passavano di villaggio in villaggio, annunziando dovunque la buona novella e operando guarigioni.

Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.

La teologa Di Berardino gestito la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g

Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

 

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