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“Il messaggio di Fatima non è stato ascoltato”. Lo afferma in questa intervista che ci ha rilasciato il noto banchiere, già Presidente dello Ior, vicino all’Opus Dei, Ettore Gotti Tedeschi.

Presidente Gotti Tedeschi, partiamo dalla informazione sul Coronavirus. Le piace?

” La questione non è piacere o no. Giornali e tv devono necessariamente informare ed è inevitabile. Dal canto mio, ho ridotto la visione perché la trovo un tantino ansiogena, mi stressa”.

Molti medici, pochi preti..

” Forse è  giusto così, alla gente interessa sapere che cosa accadrà e consigli di natura medica. E’ la prova che l’aspetto scientifico oggi conta più di quello morale. Del resto, a ben vedere, gli uomini di fede in chiave cattolica parlano tutti alla stessa maniera o quasi. Dicono le stesse cose appiattiti su quello che afferma Roma. Pochi sono i preti davvero attenti ed osservanti della vera e tradizionale dottrina cattolica. Le rivelo che in questo momento di stop forzato sto rileggendo la Sacra Scrittura assieme ai messaggi di Fatima e ho fatto delle considerazioni sull’ Antico Testamento “.

Prego…

“Partiamo da Sodoma. In quella occasione, pur ammoniti, i cittadini se ne fregarono, vennero avvisati di cambiar vita, ma non lo fecero. Sapete bene come andò a finire. Discorso opposto per Ninive dove messa in guardia da Giona la città si salvò”.

E Fatima?

” Ben tre papi vi sono stati. Eppure ho la sensazione che i messaggi non solo non sono stati recepiti, ma neppure ascoltati. Badate bene che non dico e non  dirò mai che Dio castiga e vuole il male o lo manda. Certamente lo permette a fine di bene  come ammonimento, secondo la costante dottrina cattolica. Insomma, è l’ uomo con le sue condotte scellerate e col disordine morale a prodursi da solo il male, di fatto  si crea le punizioni”.

Lei è un importante banchiere e studioso di economia. Come andrà finire dopo il Coronavirus?

” Nessuno, tanto meno io, ha doti di profeta. Molto dipende dal tempo, cioè da quando si risolverà la pandemia. Se  finisce a maggio, come si pensa, i danni saranno limitati, in quanto l’Italia ha un tessuto robusto ed è un Paese fortemente industrializzato. In ogni caso ci vorrà del tempo per rimettere in moto la macchina”.

Bruno Volpe

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