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di Eugenio Capozzi

I “diritti” (chiamati così, senza specificarli, quasi il contenuto fosse dogmaticamente implicito) che vengono rivendicati con vittimismo minatorio dalle frange woke/ztl della borghesia non hanno nulla a che fare con il Diritto, cioè con la definizione ontologicamente fondata della sacralità assoluta di ogni essere umano, dalla quale discendono i limiti invalicabili posti a ogni potere sulle persone, e dunque gli autentici diritti soggettivi (libertà personale, di culto, di pensiero, di espressione, di associazione, di impresa … ).

I presunti “diritti” woke, al contrario, sono la legittimazione di atti di forza di alcuni soggetti, ai quali viene riconosciuto uno status speciale, su altri. Non sono limiti al potere sugli individui, ma autorizzazione a un potere illimitato a determinati individui, operata mediante l’invasione illimitata del potere statuale nella sfera privata di tutti.

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