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Nei giorni scorsi, scrivendo dei mezzi silenziosi e nascosti per limitare la libertà di espressione, il vaticanista Marco Tosatti ha svelato la notizia che esiste un “consiglio”, dato verbalmente ai vescovi americani da un nunzio, di “non invitare nella diocesi persone come il cardinale Burke, e, se non è possibile evitare la sua presenza, non recarsi all’evento”.

Riflettendo sulla questione, un noto canonista, il dott. Ed Peters, ha spiegato che i vescovi che dovessero rifiutarsi di associarsi pubblicamente al Cardinale Burke potrebbero essere scismatici, perché il cardinale americano risultato in piena comunione con la Chiesa Cattolica e non esistono nei suoi confronti sanzioni ufficiali provenienti dal Vaticano.

“Certi cattolici critici del governo della Chiesa, cattolici in piena comunione con la Chiesa a norma del Canone 205, nonostante la loro dimostrabile comunione con il papa, sono spesso denigrati”, ha scritto Peters sul suo blog. “A volte questi vescovi sono stati etichettati come avversari o accusatori”.

In realtà, secondo Peters, la demonizzazione dei critici del governo della Chiesa “rischia di prendere una piega canonica”, proprio per chi accusa i chierici di “tradizionalismo antipapale”.

I vescovi che istruiscono altri vescovi ad evitarne degli altri, rifiutano di manifestare l’unità cristiana mettendosi in una posizione di non piena comunione con il Papa e con i vescovi fedeli a lui (anche se critici su alcune scelte). I vescovi che invitano a marginalizzare il cardinale Burke o altri chierici, non semplicemente denigrano verbalmente, ma potrebbero incorrere in uno scisma orizzontale (“il rifiuto … della comunione con i membri della Chiesa soggetti al Papa”, ex canone 751 del CIC). I prelati dovrebbero evitare scismi e persino azioni che suggeriscano atteggiamenti scismatici.

“Se tali vergognose direttive verbali contro il cardinale Raymond Leo Burke fossero davvero state emesse, dovrebbero essere ritirate silenziosamente e rapidamente”, ha concluso il noto canonista Ed Peters.

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