I vescovi della Conferenza episcopale del Ghana hanno protestato per il trasferimento nello stato africano di alcuni detenuti di Guantanamo Bay. I vescovi scrivono: «abbiamo ricevuto notizia del trasferimento di due ex prigionieri di Guantanamo Bay, vale a dire, Mahmoud Omar Mohammed Bin Atef (36 anni) e Khalid Shayk Mohammed (34 anni)».
Esprimendo «angoscia e tristezza» i vescovi invitano il Governo ghanese ad agire «in modo responsabile e nell’interesse della nazione con l’invio di questi uomini indietro». Dopo aver appreso che questi due prigionieri hanno combattuto per Osama Bin Laden e Al Qaeda, i vescovi chiedono: «Qual è la loro missione qui in Ghana? La loro presenza non costituisce o rappresenta un chiaro pericolo per noi?». E continuano: «se queste due persone sono innocue come vogliono farci credere, perché se sono stati rispediti in Yemen, Arabia Saudita o Afghanistan?».
«Abbiamo bisogno di risposte urgenti – concludono i vescovi del Ghana – a queste e ad altre domande perché pensiamo che la loro presenza costituisce chiaramente una minaccia per il Ghana. In passato il Ghana è stato aperto all’accoglienza dei rifugiati, ma questi due uomini non rientrano in questa categoria». Lo Stato Islamico di Siria e Iraq, Boko Haram in Nigeria e Camerun, Al-Shabab in Somalia e in Kenya, i ribelli Houthi nello Yemen, preoccupano i vescovi ghanesi e i «recenti attacchi terroristici in Francia, Mali e altri paesi non possono sfuggire alla nostra attenzione. Abbiamo notizie di movimento dei combattenti di Boko Haram in parti dell’Africa occidentale, di campo in campo, alla ricerca di luoghi. Questo e altri rapporti dovrebbe far riflettere le autorità del Ghana sul come rafforzare le frontiere e la sicurezza della nostra nazione […mentre…] l’accettazione di due ex prigionieri di Guantanamo Bay non è certo una buona mossa nello sforzo di garantire la sicurezza della nazione».
Matteo Orlando