“Il segno di Padre Pio” è l’ ultima bella e molto intrigante fatica di Ignazio Ingrao, stimato vaticanista di Panorama. Il libro, edito per i tipi della Piemme, si ripropone il non facile compito (e lo scopo viene raggiunto con abilità narrativa), di dimostrare documenti e testimonianze alla mano, la relazione, il segno, esistente tra l’ attuale Papa Bergoglio e Padre Pio. Proprio Papa Francesco, infatti, ha voluto Padre Pio, assieme a San Leopoldo Mandic, quale icona della misericordia durante il Giubileo. La Fede Quotidiana ha intervistato proprio Ignazio Ingrao.
Ingrao, perchè quel titolo?
Il segno, perchè indica il punto di contatto, il segno, tra Padre Pio e Papa Bergoglio. Il pontefice argentino, al contrario dei suoi predecessori non è mai stato a San Giovanni Rotondo, tuttavia è stato attirato, quando era arcivescovo di Buenos Aires, dalla spiritualità del frate e dal fervore dei Gruppi di Preghiera che già esistevano in quel Paese.
In che modo è stato attratto?
Bergoglio, vescovo della diocesi argentina, divenne diffusore e propagatore dei Gruppi di Preghiera in Argentina. Incuriosito e direi ammirato, volle saperne di più e invitò a Buenos Aires sia l’ allora vescovo di Manfredonia Ruotolo che padre Marciano Morra, segretario generale dei Gruppi di Preghiera e chiese loro chiarimenti. Ne rimase ottimamente impressionato e da allora Bergoglio ne divenne grande estimatore. Non a caso, uno degli eventi giubilari è l’udienza privata ai Gruppi di Preghiera Padre Pio”.
Qual è un altro grande segno di Padre Pio?
Direi la sua grande obbedienza, la fedeltà alla Chiesa. Egli venne letteralmente perseguitato dalla Chiesa del suo tempo e penso ad alcune personalità, e allo stesso Santo Uffizio. Anche il Papa buono Giovanni XXIII tanto buono con lui non fu . Eppure Padre Pio accettò tutto senza ribattere.
Nessuna rivolta…
Assolutamente no. Pensi che quando un suo fedelissimo tal Brunatto riuscì ad avere documenti compromettenti dal Vaticano che giocavano a favore del frate per scrivere un libro in sua difesa, Padre Pio lo bloccò, non volle alcun favore, adducendo che egli doveva obbedire alla Chiesa sua madre. Accettò docilmente la persecuzione.
Possiamo oggi parlare a posteriori di una rivincita di Padre Pio, visto che il Papa lo ha collocato quale icona del Giubileo?
Io dico di sì. E’ la sua rivincita postuma che già Giovanni Paolo II aveva decretato elevandolo alla gloria degli altari e anche il papa polacco trovò molti ostacoli curiali, delle vere opposizioni. Padre Pio ha lasciato e lascia un segno nella Chiesa.
Bruno Volpe
Da questa intervista non ho capito in che consista la vicinanza del papa con padre Pio. In confessione egli era rigoroso fino a negare la l’assoluzione, che invece l’attuale papa vuole che si dia sempre, perfino se il penitente rimane in silenzio