Il prossimo 30 gennaio 2016 si terrà a Roma un nuovo family day contro il DDL Cirinnà che vuole introdurre il riconoscimento delle unioni civili, anche omosessuali e la possibilità di adozione per le nuove coppie gay con figli da precedenti unioni eterosessuali. Anche questo family day vedrà nuovamente impegnato il cammino neocatecumenale, con centinaia di migliaia di persone attese in piazza, proprio come è accaduto recentemente nella storia d’Italia. Infatti, già il 12 maggio 2007 il cammino Neocatecumenale, insieme ad altri movimenti ecclesiali, in piazza San Giovanni, a Roma, manifestò contro le unioni gay, facendo tuonare forte e chiaro il “NO AI DICO”.
Lo scorso 20 giugno 2015 le famiglie appartenenti al cammino parteciparono a quel Family Day per testimoniare, ancora, una volta, la bellezza della famiglia naturale. Perchè questo movimento, e i suoi vertici, sono così sensibili a manifestazioni tese ad esprimere la più viva preoccupazione per la famiglia naturale, il fulcro costitutivo della società, costruito intorno ad un rapporto stabile di un uomo e di una donna? Il carisma del Cammino Neocatecumenale è proprio quello della Famiglia e della trasmissione della fede ai figli. Questo movimento, come altri movimenti ecclesiali, sorti sull’onda rigeneratrice del concilio Vaticano II, si è sempre contraddistinto per la sua funzione di strumento nelle parrocchie al servizio dei Vescovi, teso a far riscoprire ai lontani, ma anche a coloro che si sono allontanati dalla Chiesa, la bellezza della parola di Dio e le ricchezze del battesimo attraverso un percorso spirituale.
In uno dei numerosi interventi, il fondatore, lo spagnolo Kiko Arguello esprime l’insegnamento fondamentale per tutte le famiglie in seno al movimento: “Noi insegniamo loro che la famiglia Cristiana ha tre altari : il primo è la mensa della santa Eucaristia, dove Gesù offre il sacrificio della sua vita per la nostra salvezza. Il secondo altare è il talamo nuziale, dove si compie il sacramento del matrimonio e si dà la vita a nuovi figli di Dio. Il terzo altare è il tavolo dove la famiglia si riunisce per mangiare, benedicendo il Signore per i suoi doni. La celebrazione domestica, nella quale si trasmette la fede ai figli, si svolge attorno allo stesso tavolo, dove i genitori possono passare la fede ai figli”.
La trasmissione della fede ai figli avviene principalmente, in una liturgia domestica, celebrata regolarmente nel giorno del Signore, la domenica. In questa celebrazione il tavolo viene imbandito con una tovaglia bianca, una candela, il crocifisso, dei fiori e la Bibbia. Uno dei figli suona la chitarra, gli altri bambini altri strumenti e pregano insieme ai loro genitori e, se presenti, ai loro nonni. In questa celebrazione i genitori pregano i salmi delle lodi mattutine con i loro figli e preparano una lettura, comunemente il Vangelo della Messa di quella Domenica. Dopo avere letto questo testo, il padre domanda ad ogni figlio che cosa dice Dio attraverso quella lettura alla sua vita. Colpisce molto, in questa liturgia domestica, vedere come i bambini siano capaci di applicare la Parola di Dio alla loro esperienza di vita. Alla fine, dopo che tutti i bambini hanno parlato, i genitori offrono loro una catechesi basata sulla propria esperienza. Esprimono ciò che la Parola significa per la loro vita, valorizzando una evangelizzazione che pone al centro la testimonianza. Infine invitano i bambini a pregare per il Papa, la Chiesa e per coloro che soffrono. Per concludere viene recitato il Padre Nostro e tutti si scambiano un segno di pace. E’ questa la fede che centinaia di famiglie del cammino Neocatecumenale testimonieranno con la loro presenza anche a questo Family Day.
Maria Rocca