“Giovanni Paolo II metteva al centro di tutto la preghiera. Senza questo, non possiamo capirlo”. Lo dice in questa intervista che ci ha rilasciato il cardinale polacco Sua Eminenza Zenon Grocholewski, Prefetto Emerito della Congregazione per l’ Educazione Cattolica. Il prossimo 18 maggio si celebreranno il 100 anni dalla nascita di Giovanni Paolo II e il cardinale lo ha conosciuto molto bene.
Eminenza, lei ha collaborato a lungo con lui…
“Ho avuto questa fortuna e direi questo grande privilegio, ben prima che diventasse Papa, sei anni prima per l’ esattezza. Sono stato molto felice di aver collaborato con questo grandissimo uomo di Dio, straordinario da ogni punto di vista, capace di rendere sante e pure le cose più semplici”.
Che cosa la ha colpita maggiormente del santo?
” La sua idea di preghiera che era al centro del suo pensiero. Pregava incessantemente perché, così diceva, era il mezzo privilegiato di avvicinarsi a Dio. Non so se ci avete fatto caso, ma il suo primo atto da Papa è stato il pellegrinaggio al Santuario romano della Mentorella, neppure uno dei più grandi. Però qui ci andava da sempre, si affidava alla preghiera semplice, ma intensa. Diceva che la preghiera è il primo grande dovere del Papa, dopo vengono i viaggi e le altre occupazioni e preoccupazioni. In testa, la preghiera e Dio. Sono queste le priorità”.
Lei ha celebrato varie volta essa con lui. Che cosa ne ha ricavato?
” Ho celebrato nella sua cappella privata con lui e arrivava sempre prima di tutti noi. Il suo atteggiamento durante l’eucarestia era di assoluto abbandono, quasi si estraniava. Per lui e lo diceva, la messa era mistero e sacrificio, non uno spettacolo “.
Giovanni Paolo II era grande e strenuo difensore della dottrina morale cattolica…
“Certo, di quelli che si chiamano principi non negoziabili da difendere. Riteneva anche che il principio di tutto è Cristo e che l’ uomo non lo si può capire senza Cristo. In questo c’ era molto del suo essere filosofo. Non a caso varie volte, anche nel suo primo viaggio a Varsavia, ha avuto il coraggio di sfidare apertamente il regime ateo comunista affermando il diritto e dovere di vivere in Cristo davanti alla impostura comunista, ad un regime oppressivo ed ateo, vergogna dell’ umanità”.
Giovanni Paolo II: figlio fedele della Polonia?
” Non ha mai dimenticato la sua nazione e la sua Patria ed ha rispecchiato il cuore del nostro Paese. Per il cattolico e non dobbiamo avere paura di dirlo, Dio e Patria sono concetti che camminano assieme, non possiamo rinnegare le nostre radici nel nome di un malinteso senso universalista”.
Bruno Volpe