“Si vuole imporre una visione della vita con la forza della pena e non è giusto”: il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo emerito di Palermo parla in questa intervista che ci ha rilasciato, della Scalfarotto Zan già calendarizzata.
Eminenza: preoccupato?
“Certo. Lo sono perchè questa legge fa il processo alle opinioni e questo non è pensabile. Io non solo ho il diritto a pensare, ma anche ad esternare senza rischi, quello in cui credo. Innegabilmente non è mia facoltà puntare il dito contro la persona, Tizio o Caio. Però, lo rivendico da soggetto e ancora di più da sacerdote, voglio essere libero e ho il diritto a non essere ostacolato e limitato nella dottrina e nell’insegnamento morale, certamente senza discriminare nessuno. Del resto, quel grande Papa e santo che era Giovanni Paolo II ,diceva che è sbagliato rimettere la bontà delle leggi a maggioranze e minoranze, ma occorre andare alla legge naturale”.
I vescovi italiani hanno parlato di legge che urta la libertà…
“Concordo. Si vuole imporre una visione delle cose con la forza della pena e si fa grande confusione tra quella che è autorevolezza e autorità. Il grande problema e lo vediamo con questa legge è che ci siamo allontanati da Dio e quando accade non lamentiamoci di quello che accade. Poi arriva un virus e non sappiamo il perchè”.
Ai politici credenti che cosa chiede?
“Coerenza, non dovrebbero accettare questa legge. Ma dovremmo andare alla nozione di peccato che è commesso, secondo la dottrina cattolica, quando si compie un atto con la coscienza e la volontà. Se non si ha coscienza rettamente formata e cattolica, riesce difficile comprendere certe verità ed essere coerenti”.
Bruno Volpe