“Troppe volte si registra un pesante silenzio sull’aldilà. Vuol dire che la vita dopo la morte è ormai fuori dall’orizzonte”. A denunciarlo è stato il cardinale Camillo Ruini, che ha preso la parola a conclusione della presentazione del suo libro, “C’è un dopo? La morte e la speranza”.
Due i “grazie” preliminari: “Al Papa emerito Benedetto XVI, senza il cui impulso non l’avrei scritto”, e al teologo Giacomo Canobbio per il lavoro di aggiornamento. “È un libro che non pretende di essere neutrale”, ha spiegato il cardinale, “perché ha una pretesa: aiutare a prendere sul serio la speranza cristiana”.
Decisivo il confronto con le scienze, “espressione fondamentale dell’intelligenza umana”, a patto però che “non si trasformino in una specie di metafisica o addirittura di teologia”, come avviene dai tempi del positivismo. “Il cuore del giudizio cristiano è la carità: si può benissimo essere salvi, anche senza la fede esplicita, se si fa del bene al prossimo”, ha detto Ruini rispondendo ad Andreoli: “Questa è la grande differenza tra il cristianesimo e l’Islam”.
“La Resurrezione di Cristo è la pietra angolare sulla quale ciascuno di noi, e l’intera famiglia umana, può costruire la propria vita”, ha concluso. (SIR)