Il Vangelo di Mercoledì 4 ottobre 2023 – San Francesco d’Assisi
Dal vangelo secondo Matteo 11,25-30
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
COMMENTO DI DON RUGGERO GORLETTI
Come è possibile pensare che il Signore Gesù ci chieda di rimanere ignoranti, in materia di fede? Il Signore non ci chiede di rimanere ignoranti, l’ignoranza è sempre un male. Ci chiede di essere piccoli, cioè di riconoscere in qualcuno di più grande colui che ci guida, che ci insegna la verità, che ci da una legge morale che ci serva a vivere bene con Dio, e vivendo bene con Dio viviamo bene con noi stessi, con gli altri e con il mondo. L’errore non è certo quello di sforzarsi di cercare la verità nelle cose di Dio, l’errore è quello di voler fare a meno della rivelazione di Cristo, della sacra scrittura, del magistero autentico della Chiesa che lo interpreta e lo rende applicabile alle situazioni sempre nuove che la vita propone. L’errore è quello di voler fare a meno di Dio nella ricerca della verità, nel voler fare a meno di Dio nella propria vita. È il desiderio di autosufficienza da Dio, quel desiderio che ha portato Lucifero alla ribellione e i progenitori a dare ascolto al sibilo del serpente anziché alla voce di Dio. Il Signore le sue cose le rivela ai semplici, cioè a coloro che accettano di lasciarsi guidare da Dio attraverso la Chiesa, ma a quelli che si credono sapienti, che pensano di conoscere già tutto, le nasconde. Quando Dio nasconde la sua verità la vita diventa confusa, arida, priva di significato. Magari è una vita di successo, agli occhi del mondo, ma lascia a lungo andare il cuore vuoto, e un senso generale di insoddisfazione. San Francesco è stato un gigante della fede proprio perché è stato capace di farsi piccolo, di lasciare crescere Dio nel suo cuore e nella sua vita. E’ stato proprio il farsi piccolo che gli ha permesso di fare cose grandi, grandissime, e di incidere come poche altre persone hanno saputo fare nella storia della Chiesa e dell’intera società.