Con Gian Marco Chiocci, direttore de Il Tempo, affrontiamo, La Fede Quotidiana parla di molti temi: la legge Cirinnà e le sue conseguenze sul mondo cattolico, la situazione nella Chiesa e il ruolo di Papa Francesco.
Direttore, cosa pensa dell’approvazione della legge sulle unioni civili?
” Penso che sia stata una mezza sconfitta per il presidente Renzi e direi che alla fine, si è determinato un pasticcio legislativo, oltre che politico”.
In che senso?
” Nel senso che, probabilmente, Renzi non ha fato bene i conti alla vigilia. Ne è venuto fuori un provvedimento diverso da quello presentato e penso che abbia sconcertato parte del Pd e le organizzazioni gay le quali infatti hanno protestato. Allo stesso modo hanno espresso tutta la loro contrarietà tantissimi cattolici, popolo del Family Day in testa. In sostanza, Renzi sembra aver scontentato tutti”.
Ritiene che alla prossime scadenze elettorali il voto dei cattolici e di quelli del Family Day avrà il suo peso?
” E’ possibile. Il popolo del Family Day è potente e diffuso ben oltre quelli che sono scesi in piazza a Roma e ritengo che il sassolino dalla scarpa se lo toglierà e metterà la cambiale all’ incasso. Renzi non è stato prudente e forse non ha fatto bene i calcoli”.
Il Tempo è un quotidiano nazionale, ma con grande attenzione alla romanità e alle cose della Chiesa cattolica. Che cosa pensa il direttore di Papa Francesco?
” Sulla Cirinnà il Papa non si è impegnato in prima persona e forse non è stato troppo chiaro e lineare come molti esponenti del mondo cattolico speravano e chiedevano. In generale posso dire che corre troppo, fa fughe in avanti e la Chiesa al contrario è abituata alla saggezza e alla prudenza”.
Perchè corre troppo?
” Dico che assieme a cose buone, penso ad una rinnovata ed efficiente comunicazione, o alla ricerca di maggior trasparenza interna al Vaticano, offre la sensazione di voler rompere col passato e la tradizione in modo forse traumatico. Lo valuto un presenzialista molto legato al presente ,vuole esserci sempre e su tutto, qualche volta entra a gamba tesa, come è avvenuto col caso Marino”.
Che altro può dire di Bergoglio?
” Che gli manca il sano rigore dottrinale di Benedetto XVI e probabilmente in tempi di sbandamento etico sarebbe appropriato mettere dei paletti in morale e sui valori non negoziabili. La mia idera è che il modello giusto sarebbe un Bergoglio con il patrimonio dottrinale di Ratzinger. Oggi, ben diversamente dal pensiero comune, la gente ha bisogno di guardare al trascendente. E spesso la Chiesa dell’ era Bergoglio pensa troppo alle mense o al sociale. Bisogna anche avere uno sguardo verso l’alto, agli altari. Salvando la dimensione del sacro”.
Bruno Volpe
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