«Cari PD e Cgil ma che problema avete contro le donne? O la pensiamo come voi oppure dobbiamo essere zittiti o addirittura censurati? Come si possono definire violenti i nostri manifesti per l’8 marzo che vogliono semplicemente difendere le donne e il loro diritto a non abortire? Chiedo al segretario della Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola e alle consigliere regionali Eleonora Mattia e Marta Bonafoni: che male vi fa se nasce un bambino? Qual è il problema se ad una mamma si offrono alternative all’aborto? Quale se una donna inizialmente intenzionata ad abortire cambia idea ed accoglie la vita del figlio? Quale se una donna che non può crescere il proprio figlio decide comunque di custodirlo fino alla nascita per poi affidarlo in adozione? Il problema è semmai il fantomatico diritto all’aborto, che diventa quasi un dovere: “se abortisci, ti aiuto, altrimenti arrangiati”. Questo non è un paese per mamme! C’è al contrario una visione agghiacciante e totalmente misogina, altro che libertà! Ma dove è la famigerata autodeterminazione, se secondo lor signori le donne dovrebbero essere abbandonate, e abbandonate all’aborto, che indica il loro figlio come un problema da eliminare? Rispediamo al mittente tutte le accuse e diffidiamo il Comune di Roma dal rimuovere i nostri manifesti: rivendichiamo il nostro diritto di esprimere un messaggio di speranza e tutela della Vita, perché ad una mamma in difficoltà siano proposte tutte le soluzioni per superare le difficoltà, economiche e sociali, in cui si trova. Difendiamo la libertà di non voler lasciare indietro nessuno, di costruire una società che si prenda cura di tutti, senza scartare nessuno, nell’accoglienza incondizionata di mamme e figli!». Così Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia Onlus.