La Corte europea dei diritti umani ha legittimato e difeso l’uso di simboli religiosi nelle pubblicità, ed ha condannato la Lituania per aver multato un’azienda che si era servita di Gesù e Maria su poster e internet per vendere vestiti. Secondo i giudici la multa inflitta per aver “offeso la morale pubblica” ha violato il diritto alla libertà d’espressione dell’azienda. Padre Francesco Occhetta, gesuita, redattore della “Civiltà Cattolica” ha commentato: “Povera Corte di Strasburgo. È vero, il gesto è lecito. La Dichiarazione dei diritti dell’uomo permette e tutela la libertà di espressione. Un caso analogo è capitato in Francia con la pubblicazione di vignette contro l’Islam da parte della rivista satirica francese “Charlie Hebdo”, che seguivano alla diffusione on line del film americano “The innocence of muslims”. Di per sé anche quell’atto era lecito ma mi chiedo se sono anche opportuni gesti e pubblicità di questo genere? Le stesse fonti che autorizzano la libertà di espressione tutelano anche il diritto alla libertà religiosa che permette ad ogni cittadino di professare il suo credo senza essere né umiliato né offeso nel viverlo. C’è inoltre un terzo principio da non dimenticare: la reciprocità. Le religioni e la politica, ovunque e a tutti i livelli, devono infatti lavorare insieme per il rispetto della credenza dell’altro. E i giudici dovrebbero garantire e custodire questo sforzo. La sentenza salva il principio di laicità? No, perchè la laicità si fonda sempre sul rispetto della libertà religiosa che non può né offendere né ledere. Secondo. Non vorrei essere patetico, ma per i credenti il Corpo di Cristo e quello di Maria sono il centro della fede, la ragione della vita. In quell’immagine c’è già tutto. Vederla profanare, turba. Tocca il cuore della nostra credenza, umilia le nostra comunità che credono. Se c’è una forza che anima e nutre i cristiani è il modo in cui Maria e Cristo hanno deciso di vivere il corpo ed essere corpo nella storia degli uomini. Se la pubblicità avesse ironizzato sullo Ior, la riforma della curia, il prete di turno che si presta… sarebbe stato diverso. Ma ironizzare sulle immagini di Maria e di Gesù, è proprio stato segno di immaturità… e diciamolo anche di pubblicità scorretta. E poi dover leggere che i giudici evidenziano che le pubblicità in questione “non sembrano essere gratuitamente offensive o profane”. Povera Europa!!!”.