Un significativo incontro è avvenuto nella tarda mattinata del 29 aprile in Vaticano. Il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza (oltre al Cardinal Gerhard Ludwig Müller, Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, al Cardinale Gualtiero Bassetti, Arcivescovo di Perugia e ai Partecipanti alla Conferenza Internazionale sulla medicina rigenerativa promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura), privatamente, il professor Massimo Gandolfini, neuropsichiatra, il leader del Family Day.
Sembra una risposta da parte del Successore di Pietro a quanto accaduto nei giorni scorsi, vale a dire la querela per diffamazione che è stata proposta dall’Arcigay proprio contro il dott. Gandolfini, portavoce del comitato “Difendiamo i nostri figli”.
“A nome di tutti i circoli di Generazione Famiglia esprimiamo piena solidarietà a Massimo Gandolfini – scriveva qualche giorno fa Filippo Savarese portavoce dell’Associazione pro Family “Generazione Famiglia” – è chiaro che la lobby Lgbt si trovi in enorme difficoltà sui territori proprio grazie all’attività di informazione delle famiglie che va avanti da oltre due anni e che sbarra la strada all’ingresso dell’ideologia gender nelle scuole. Il professor Gandolfini ha sempre condotto questo servizio con rispetto umano e con riferimento a solidi criteri scientifici e siamo certi che ciò sarà formalmente riconosciuto in ogni sede”.
Oggi è arrivata a Gandolfini la solidarietà concreta del Papa che ha avuto modo di conoscere la strategia utilizzata in Italia per cercare di introdurre le nozze gay. Maria Rachele Ruiu, che era una delle presentatrici sul palco del Family Day, su Facebook ha commentato: «Massimo Gandolfini è stato ricevuto in udienza privata da Papa Francesco, al quale ha potuto raccontare con precisione l’impegno del Comitato Difendiamo i Nostri Figli fino a oggi e le gravi sfide che ancora attendono l’Italia! Oggi il Circo Massimo ha incontrato il Papa: coraggio! Andiamo avanti!».
Matteo Orlando
Questo ‘incontro del Circo Massimo con il Papa’ arriva con 3 mesi di imperdonabile ritardo. Ricordo quei giorni: non una parola di sostegno (solo qualche timido e ambiguo sussurro – capace di non scontentare nessuno), neanche un veloce saluto o accenno nella Piazza San Pietro del giorno dopo, in cui sventolavano tante bandiere che il giorno precedente erano state issate a difesa della Famiglia. Anzi, parole di malcelato rimprovero: “nessuna condizione umana può costituire motivo di esclusione dal cuore del Padre”: nelle parole del Santo Padre quei bambini, quei genitori e quei nonni erano né più né meno che rudi omofobi (sia pure ‘incipriati’); un plateale fraintendimento di una battaglia di Verità, che dovrebbe essere cosa di colei che della Verità è Sposa – la Chiesa – e non solo “dei laici”, checché ne dica qualcuno, votato più al compromesso che alla testimonianza (martyrion). C’è solo un aggettivo per descrivere un comportamento del genere: codardia.
“Sono molto contento; la e vi ringrazio per quello che state facendo”, ha detto il Papa a Gandolfini. “Dobbiamo andare avanti? Vuole dare qualche correzione?”, ha chiesto Gandolfini. Il Papa ha risposto: “Andate avanti così; siate un laicato forte, ben formato, con una retta coscienza cristiana. Agite liberamente”.