” I nostri segni religiosi vanno mostrati senza trionfalismo, ma con fierezza. Coprire, come è stato fatto, la statua della Madonna per non urtare i musulmani è una sciocchezza.” Lo dice il professore don Salvatore Perrella, Preside al Marianum e uno dei maggiori mariologi nel nostro panorama.
Professor Perrella, all’ ultimo meeting di Cl una inserviente ha deciso di coprire la statua della Madonna per non indispettire i musulmani…
” Chi lo ha fatto, certamente in buona fede, è sciocco, un gesto privo di senso. Certi atti si fanno insensatamente per un finto e non corretto senso del dialogo interreligioso. I nostri simboli vanno al contrario mostrati, senza trionfalismo, ma con fierezza. Un malinteso senso del dialogo, come dicevo, non ci deve mai portare a snaturare o peggio rinnegare la nostra identità e certe cose, va detto, non ce le chiedono neanche gli islamici, le facciamo di nostra iniziativa. Se uno coprisse il Corano, i musulmani si ribellerebbero. E allora si può e si deve essere rispettosi delle fedi altrui, ma senza rinnegare la propria”.
Veniamo al Rosario. Quale è la importanza di questa preghiera?
” Diciamo subito che è una bella e significativa preghiera e chi afferma che è solo ripetitiva si sbaglia. Il Rosario prima che recitato, va meditato e occorre liberarsi da certi pregiudizi negativi”.
Qual è il senso del Rosario?
” Il Rosario, per andare a Pio XII, è una vera e propria sintesi del Vangelo e per suo mezzo ricordiamo e meditiamo i misteri della vita del Signore. Inoltre, la recitazione del Rosario aiuta e non poco a respingere le tentazioni. Il Rosario, per mezzo di Maria, ci porta al cuore del Figlio, è una preghiera fortemente cristologica”.
Ottobre, mese del Rosario, perché?
” Perché vi è la festa liturgica della Madonna del Rosario di Pompei e perché ottobre è mese delle missioni e il Rosario è molto utile alla causa missionaria. Non è una preghiera, come alcuni dicono, per sole vecchiette, ma anzi sarebbe opportuno recitarlo in famiglia. Oggi si prega poco, vittime di un ingiustificato pregiudizio”.
Bruno Volpe