“My Transgender Child” è un profilo Facebook per Danni, “il trans più giovane d’Europa” (ora il bimbo ha sei anni) dove si può discutere sulla disforia di genere. I genitori hanno pure ottenuto a scuola un bagno apposta per lui: unisex. Cosa fanno due genitori che trovano il loro bimbo di 3 anni con le forbici in mano mentre valuta l’ipotesi di tagliarsi il pene? Certo è un’età ancora asessuata, quando il processo di costruzione di identità sessuale è appena iniziato, ma… il politicamente corretto non ha dubbi. Si va dal dottore, questi diagnostica una chiara disforia di genere e si procede chirurgicamente all’asportazione del pene. Certo, non basta. Poi seguiranno cure ormonali per ritardare la pubertà e favorire i successivi interventi chirurgici, di “riallineamento”, per mantenere il “nuovo” sesso o ritornare al vecchio.
Ma perché la notizia esplode dopo tre anni? “Ho scelto di rendere pubblica la storia di Danni per sensibilizzare gli altri bambini transgender e i loro genitori”, ha spiegato la mamma, Kerry McFayden. E ci illumina sulle ragioni della scelta: “La mia preoccupazione più grande era quella di lasciar diventare mio figlio vittima di bullismo una volta uscito dal nido di casa, ma alla fine abbiamo deciso di far essere Daniel ciò che davvero desiderava essere. E lui vuole essere una ragazza a tutti i costi”. Daniel adesso si chiama Danni. In chi ascolta la storia nasce una domanda: è possibile credere che l’eliminazione del pene trasformi un uomo in una donna?
Diego Torre