Fanno discutere le dichiarazioni rilasciate dal vescovo di Padova, Claudio Cipolla, recentemente nominato dal Papa responsabile della Diocesi del Santo, che parlando ai microfoni di Rete Veneta al termine della messa celebrata in Duomo sulla celebrazione del Natale nelle scuole ha detto: «Farei marcia indietro su tante nostre tradizioni se fosse necessario per mantenere la tranquillità. Io farei tanti passi indietro pur di mantenerci nella pace e pur di mantenerci nell’amicizia». «Non dobbiamo presentarci pretendendo qualsiasi cosa che magari anche la nostra tradizione e la nostra cultura vedrebbe come ovvio – ha aggiunto -. Se fosse necessario per mantenere la tranquillità e le relazioni fraterne tra di noi io non avrei paura a fare marcia indietro su tante nostre tradizioni».
Agisce diversamente il sindaco leghista di Padova Massimo Bitonci. «Ho incaricato l’assessore Vera Sodero, insieme al dirigente competente, di verificare se, all’interno degli istituti scolastici comunali, siano in atto censure ovvero operazioni di disturbo, atte ad escludere e cancellare i riferimenti cristiani al Natale», ha annunciato il primo cittadino sottolinendo che «il sindaco è primo cittadino e garante responsabile, fra l’altro, dell’autonomia scolastica a tutti i livelli e dell’armonioso svolgimento della vita sociale». «Per questo – aggiunge – mi appello a presidi e singoli insegnanti di tutti gli istituti padovani, anche di quelli statali, affinché difendano la libertà dei genitori cattolici, che sono la stragrande maggioranza e chiedono rispetto per i simboli della tradizione natalizia». «L’autonomia scolastica non è garantita se non attraverso un processo partecipativo, che coinvolga anche i genitori dei discenti. Decisioni così determinanti, come quelle relative al destino dei simboli della nostra cultura e della nostra comunità, non possono essere esercitate in assoluta indipendenza da singoli docenti – spiega -. Recenti episodi dimostrano che, al di là di qualche tentativo dal sapore laicista, i genitori italiani vogliono che i figli ricordino, anche a scuola, il Natale e il suo significato».
E conclude il sindaco di Padova citando la lettera che ha ricevuto da una rappresentante musulmana: «Come cittadini Italiani di fede Islamica, non soltanto non abbiamo dunque alcuna particolare obiezione al fatto che, in un Paese di tradizione Cristiana, si esibiscano i simboli religiosi e si commemorino le festività legate a questa tradizione – così come ci aspettiamo che avvenga coerentemente nei Paesi di tradizione Islamica – bensì non abbiamo nemmeno alcun interesse a promuovere una minore visibilità della ‘religiosità diffusa che caratterizza questo Paese, che consideriamo anzi un’eredità spirituale in cui affondano le radici del dialogo e della comprensione reciproca. Invitiamo dunque a non presumere da parte nostra – né tanto meno attribuirci – alcun pregiudizio negativo circa la presenza di simboli religiosi Cristiani o la commemorazione di festività Cattoliche: al contrario, auspichiamo che questi possano anzi costituire per i nostri concittadini una rammemorazione della comune Patria celeste, ed una forma di fedeltà agli insegnamenti delle tradizioni di fede, a fronte delle emergenze del nichilismo e della profonda crisi spirituale che ci troviamo a fronteggiare. Insieme».
Matteo Orlando
Siamo al paradosso: un vescovo cattolico che rinuncia alle tradizioni cristiane, mentre i musulmani le tollerano! … che sia fumo di satana?
Giuda. Non ci sono altre parole per definire questi personaggi… Figuratevi se Gesù aveva come priorità “mantenere la tranquillità”.
Non uso termini più forti solo perché è un successore degli apostoli, ma la domanda è spontanea: monsignore, ma lei perché è entrato seminario prima ed è diventato vescovo poi? Sarebbe questa la testimonianza cristiana, il “martirio” richiesto ad ogni cristiano? Non ho parole, se alcuni imam sono più cattolici di certi membri del nostro episcopato c’è molto poco di che essere contenti!
Un grande coglione questo pseudo vescovo …povera diocesi.
Vergognoso pusillanime! povera Padova!